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Cronaca Centro Storico / Piazza Malta

Movida: Chieti deve imparare a vivere di giorno prima di parlare di notte

Il messaggio dei giovani delle Acli, promotori di alcuni progetti per le politiche giovanili in città. Tra questi, la realizzazione di uno spazio "afterhouse" in piazza Malta. Ma l'inaugurazione è slittata

Durante le ultime settimane, in rete e sui giornali, sono emersi svariati commenti e opinioni riguardanti la delicata questione della convivenza fra residenti del centro storico teatino e le attività commerciali d’intrattenimento serale. C’è una soluzione alla diatriba tra residenti della città di Chieti e popolo della notte? Per i giovani delle Acli sì.

L'associazione GA (Giovani delle Acli), già promotrice di progetti per le politiche giovanili, sottolinea come la presenza di locali notturni non debba essere l’unico motore in grado di ricreare l'identità giovanile cittadina.

“A Chieti bisogna creare delle agorà per socializzare, studiare, portare effettivamente gli studenti sul colle e far emergere quella identità giovanile, oggi sommersa” spiegano i ragazzi delle Acli ricordando la proposta di creare un’aula studio e centro cultuale di incontro in piazza Malta. Qui infatti a settembre era previsto un nuovo evento del ciclo Maltattack per inaugurare lo spazio “Afterhouse”  per  studiare, organizzare mostre di giovani artisti, conferenze, cineforum.

“Con un pizzico di rammarico la manifestazione di inaugurazione è stata rinviata, in quanto l’afterhouse non è ancora pronta e le aule destinate allo scopo non ci sono state ancora consegnate” rivelano dall’associazione. Questi ragazzi insomma, puntano anche a creare una vita diurna sul colle per articolare un beneficio durante l’intero arco della giornata e far emergere anche un diverso approccio della cittadinanza nei confronti dei giovani, forse unica risorsa al momneto per risanare Chieti dall’immobilismo sociale.

 “Chieti, città universitaria di giovani e di studenti fuori sede, necessita di una struttura come l’afterhouse – dicono ancora  -  Una volta creati gli spazi i giovani avranno un’importante opportunità di partecipare attivamente alla vita cittadina. Di conseguenza, la città sarà più sensibile alle loro esigenze, anche a quelle ludico-ricreative e nessun imprenditore, giovane o meno, avrà “timore” di investire sul centro storico”.

Attualmente, secondo GA e non solo, il rischio è quello di perdere una generazione, destinata a concentrarsi in aree dove è più agevole l’aggregazione sociale. “Non può esistere una città che viva di sera e di notte quando fatica a vivere di giorno”.

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