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Cronaca

Megalò 3: Comune ricorre al Tar contro la bocciatura del Genio Civile

Il consigliere pescarese Acerbo chiede alla giunta della città adriatica di costituirsi in giudizio al tribunale amministrativo, mentre Vitale contrattacca: "Troppe le speculazioni edilizie a Pescara". Di Primio spiega di aver agito contro un parere contraddetto dallo stesso ente

Il comune di Chieti si costituisce in giudizio nel ricorso al Tar promosso da Akka srl contro la bocciatura del cosiddetto Megalò 3, cinque edifici di attività commerciali e di ristorazione a ridosso del centro commerciale fra i territori di Chieti e Cepagatti.

Assistito dagli avvocati Patrizia Tracanna e Marco Morgione, il Comune si costituisce parte civile “per assicurare una idonea tutela degli interessi dell’ente”, si legge nella delibera 1673 del 16 ottobre. Una decisione presa dopo che il Genio civile di Pescara ha annullato il proprio parere di compatibilità morfologica rilasciato 3 anni prima.

Ma Maurizio Acerbo, consigliere regionale e comunale a Pescara, arriva ad annunciare che lunedì chiederà al sindaco della città adriatica, Luigi Albore Mascia, di costituirsi in giudizio al Tar a difesa del provvedimento che boccia Megalò 3.

“È davvero incredibile – dice - che le amministrazioni pubbliche continuino a sponsorizzare progetti assurdi come l'orrendo Prusst che ha consentito di realizzare Megalò in zona di esondazione del fiume e che prevede altri due interventi”. I rischi idrogeologici del centro commerciale già realizzato sono stati ampiamente illustrati sin dai primi cantieri dal Wwf teatino, che ha lanciato l’allarme anche sull’aumento dell’intensità degli scarichi nocivi, specie nelle ore di punta, a ridosso di un’area che ospita in pochi metri 3 enormi centri.

Invece di lavorare al recupero e  alla valorizzazione del centro storico o delle tante aree dismesse della propria città – incalza Acerbo - la giunta di centrodestra continua a sostenere progetti di cementificazione di aree nei pressi del fiume che andavano salvaguardate e invece sono diventate oggetto tramite il Prusst di una gigantesca operazione speculativa”.

“Vergognoso – prosegue - che si continui sfacciatamente a perseguire il proseguimento di tali operazioni anche di fronte alla manifesta inadempienza dei privati rispetto ai miserevoli corrispettivi che avrebbero dovuto realizzare per la comunità con il Prusst già realizzato”. Acerbo, insieme al Wwf, è sempre stato fra i più accaniti detrattori del progetto dei due nuovi centri commerciali, manifestando anche in sede di comitato Via le proprie perplessità, determinate da incongruenze e insostenibilità ambientale. Un no ribadito dal Comune di Pescara.

“Proprio sulla base di quella posizione condivisa – dice il consigliere di Rifondazione – chiedo al sindaco che la città di Pescara si costituisca al Tar a difesa del provvedimento del Genio Civile. Per troppo tempo – conclude - la città di Pescara ha subito passivamente non solo la proliferazione nei comuni vicini della grande e media distribuzione, ma persino la cementificazione di aree a ridosso del fiume essenziali per la sicurezza della città”.

All’interessamento del consigliere pescarese, però, replica il consigliere teatino Emiliano Vitale (Pdl), che attacca duramente Acerbo sulla sua attenzione verso comuni che definisce “limitrofi”. “Troppe sarebbero le mozioni da presentare sulla speculazione edilizia avvenuta nella sua città, limitrofa a Chieti – risponde Vitale - in cui Acerbo ed il suo partito sono stati parte attiva nella gestione della cosa pubblica durante il primo mandato di dalfonsiana memoria, tanto che, ormai satura di cemento, cerca sfoghi urbanistici in fantasmagoriche e omologate città metropolitane”.

Tornando a Chieti, il consigliere Pdl chiede ancora “dov'era Acerbo quando a Chieti, anche grazie al sostegno dato dal suo partito all'amministrazione Ricci, è stato realizzato il più grande errore nonché orrore urbanistico e il più grosso sbilanciamento sociale ed economico con la realizzazione del Villaggio del Mediterraneo, o quando, sempre a Chieti, la stessa amministrazione di centro sinistra inaugurava in pompa magna il Megalò”. 

“Al di là dell'opportunità di realizzare o meno Megalò 3 – spiega - l’amministrazione comunale ha ritenuto doveroso impugnare “ad adiuvandum” l’atto con quale il Genio Civile ha annullato il proprio nulla osta rilasciato  tre anni fa senza alcun confronto con gli altri enti”. Il botta e risposta termina con un sarcastico invito a visitare “il centro storico dell’antica Teate, Acerbo può venire a visitarlo e si renderà conto di aver sparato la solita acerbata”.

“io non devo fare il tifo per nessuno – incalza il sindaco Umberto Di Primio su Facebook in risposta ad un cittadino - ma non può il Genio Civile dopo tre anni rimangiarsi un parere prima maturato in conferenza dei servizi. La sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio sono al primo posto della mia azione”. Non è chiaro, però, se l’amministrazione sia favorevole o meno all’ennesimo centro commerciale mentre il commercio cittadino, nonostante la buona volontà e le iniziative di alcuni coraggiosi, perisce. 

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