rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il Marrucino perde i fondi per i teatri di tradizione, ma Di Stefano smentisce

L'opposizione denuncia l'esclusione del teatro di Chieti dai fondi dedicati allo spettacolo per mancanza di requisiti e attacca Di Primio e la gestione. Ma l'ex consigliere delegato al teatro ribatte che il finanziamento è nelle risorse dedicate alla lirica ordinaria

Per la prima volta in 12 anni, il Marrucino perde il finanziamento annuale che il ministero dei Beni culturali destina ai teatri di tradizione, perché non ha i requisiti minimi per accedere ai fondi. La denuncia arriva dai consiglieri di opposizione Luigi Febo (Chieti per Chieti) e Chiara Zappalorto (Pd), che questa mattina hanno indetto una conferenza stampa puntando il dito contro l’ultima gestione del teatro che “ha fatto perdere l’ultima risorsa che avevamo”. 

Nel 2014, infatti, sono stati riformulati i criteri per l’erogazione dei contributi del Fondo unico per lo spettacolo. Così, per ottenere i finanziamenti, bisogna dimostrare una discreta capacità programmatori nel triennio e la disponibilità di co-finanziamenti da parte di altri enti territoriali, pari al 40 per cento dei costi preventivati. Ma il Marrucino, unico in Italia insieme al teatro di Lecce, è stato escluso dalle assegnazioni. Il decreto direttoriale che emette l’amara sentenza risale al 5 agosto scorso. 

“Ma a graduatorie pubblicate - incalza Febo - l’8 agosto, l’onorevole Fabrizio Di Stefano, il sindaco Umberto Di Primio e i direttori artistico e amministrativo Ettore Pellegrino e Cesare Di Martino, parlavano del futuro del teatro, dimenticandosi questo piccolo particolare. O non lo sapevano? Gravissime entrambe le cose. Soprattutto per chi, come l’onorevole Di Stefano continua ad avere a cuore le sorti del teatro e ad occuparsene. Ma anche per chi, come il Sindaco Di Primio, ha individuato figure professionali che secondo lui, avrebbero di certo portato progettualità e risorse anche  europee al nostro Teatro. Ma pare che questa capacità programmatoria e di rete con altri enti territoriali per i co-finanziamenti non ci sia stata e non c’è. Come non c’è altro requisito minimo richiesto ai teatri di tradizione e cioè quello delle 2000 giornate lavorative, almeno 45 orchestrali italiani o UE, impiego di artisti lirici italiani o UE”. 

Escluso dai fondi per il teatro di tradizione, il Marrucino avrebbe potuto formulare una nuova istanza, richiedendo, per il prossimo triennio, di ottenere una parte dei finanziamenti fra quelli destinati alle attività liriche ordinarie. Ma per quest’anno le risorse sono già state assegnate. 

“Da cinque anni - continua il consigliere - assistiamo allo smantellamento del Teatro Marrucino. Prima l’orchestra, poi il Coro, ora il rischio di perdere il titolo di Teatro di Tradizione e quindi risorse economiche… a quando la chiusura?”.

“Questo - commenta Zappalorto - è un ulteriore smacco alla nostra città. Questi fondi sono destinati alla piccola cultura, intesa come dimensione dei luoghi. Ci si sarebbe dovuti rimboccare le maniche per raccoglierli. Noi andremo in piazza per parlare di ciò che sta accadendo, sarebbe bene che lo facesse anche il sindaco”.

Immediata la replica dell'onorevole Fabrizio Di Stefano, che ribatte: "Il finanziamento è semplicemente stato spostato da un paragrafo ad un altro delle risorse ministeriali, nello specifico sulla "lirica ordinaria". La presenza a Chieti l’8 agosto dei massimi vertici dell’Atit (Associazione dei teatri di tradizione), per ribadire al sindaco di Chieti la permanenza, e anzi la volontà, di maggior coinvolgimento all’interno dell’associazione, ne era una riprova". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Marrucino perde i fondi per i teatri di tradizione, ma Di Stefano smentisce

ChietiToday è in caricamento