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Cronaca

Tagli alla scuola pubblica, Chieti dice no: duemila studenti in corteo

Un corteo di tutti le scuole superiori cittadine ha invaso il centro di Chieti fino a culminare a piazza Valignani. Proseguono le autogestioni in tutti gli istituti, occupato il commerciale De Sterlich

Slogan, striscioni e bandiere tricolore per dire no al disegno di legge 953. Erano duemila gli studenti delle scuole superiori di Chieti che hanno sfilato da largo Cavallerizza per via Asinio Herio, Porta Napoli, corso Marrucino fino a piazza Valignani. Una protesta affollata, scandita da cori contro il governo Monti, reo secondo i ragazzi di tagliare ulteriormente i fondi destinati alla scuola pubblica. 

IL CORTEO Qualche petardo per fare rumore e fumogeni un po’ fastidiosi, ma tutto sommato la protesta andata in scena ieri a Chieti è stata ben diversa da quanto si è visto in altre città. Corteo compatto e rispettoso, grazie alla presenza massiccia delle forze dell’ordine che hanno vigilato sulla manifestazione, e al servizio d’ordine organizzato dagli stessi ragazzi del comitato di mobilitazione che ha organizzato il corteo.

Gli studenti teatini, contemporaneamente a quelli di tutta Italia, dicono no ad una riforma della scuola che penalizzerebbe la loro voce all’interno delle rappresentanze collegiali. Il ddl 953 prevede tagli all’istruzione per una cifra che si aggira intorno ai 183 milioni. E autorizza le scuole a ricevere finanziamenti da enti privati.

“Temiamo una privatizzazione della scuola – spiegano animatamente i rappresentanti di tutti gli istituti – che così sarebbe ricattabile da entità private. Dobbiamo essere pronti ad affrontare tutto quello che succede”. Oltre alla protesta generale, ciascun istituto ha rivendicato in piazza le proprie necessità. Perché i tagli alla scuola si ripercuotono sulla vita di classe di ogni giorno.

Corteo studenti a Chieti 14.11.2012 - 1

LE CARENZE E così fra intonaci cadenti, banchi troppo piccoli, cornicioni pericolanti e mancate uscite di sicurezza, ognuno ha il suo aneddoto da raccontare. Come Ivan, che frequenta l’ultimo anno del corso da geometra al Galiani: “Nella mia classe da anni c’è un buco nel muro, che permette di vedere nell’altra aula. In più manca il termosifone e spesso i professori ci fanno spostare perché fa troppo freddo”. Ma non solo: “All’ultimo piano della scuola piove, nei corridoi ci sono sempre le bacinelle e i lavandini non hanno le manopole: manca la manutenzione ordinaria”. Manca, naturalmente, perché i fondi non bastano e gli istituti sono costretti a fare i salti mortali per sopravvivere e per assicurare didattica di qualità e sicurezza ai propri iscritti.

Informati e consapevoli, i partecipanti alla protesta di oggi hanno mostrato grande prontezza. Nel raccontare agli anziani disturbati nello struscio mattutino le ragioni di una mobilitazione viva in tutta la penisola, nel rispettare il minuto di silenzio in memoria delle vittime della recente alluvione che ha colpito la Toscana.

I giovanissimi teatini sono informati e vogliono informare. 

ACCAMPAMENTI E AUTOGESTIONI La protesta non si ferma. All’istituto commerciale De Sterlich i ragazzi hanno trascorso la seconda notte nelle tende fuori dalla scuola. Martedì sera circa 18 ragazzi si sono accampati fuori dal cancello in una simbolica occupazione che prosegue durante il giorno nei locali scolastici.

 L’autogestione è già in atto allo scientifico Masci, al classico Vico e all’artistico Nicola da Guardiagrele. Questa mattina  (giovedì 15 novembre) partirà anche al magistrale Isabella Gonzaga. L’itis Luigi di Savoia ha già terminato l’autogestione, ma come il commerciale Galiani sta decidendo cosa fare. 

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