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Cronaca

Maccio, Ivo ed Herbert: "Noi, italiani medi" L'INTERVISTA

Con Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Ivo Avido al Fuori Corso a parlare dell'italiano medio, dei vari personaggi e del debutto del dialetto abruzzese sul grande schermo

Intervista a Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Ivo Avido, ospiti sabato 25 luglio al bar Fuori Corso a Chieti per uno show sopra le righe. Con loro abbiamo parlato dell'italiano medio, dei vari personaggi e del debutto del dialetto abruzzese sul grande schermo.

Alcuni personaggi sono nati a Chieti. Oggi, a distanza di anni, riesci a trovare ancora degli spunti qui?
Macchia: “Sì, anche se ci sto poco vengo subito rapito dalle differenze che noto tra Milano e Chieti. Tutto quello che ti incuriosisce e ti stupisce e che rompe la routine quotidiana è un’esperienza. Infatti devo cambiare spesso posto, sennò mi inaridisco”.

Siete riusciti a portare il dialetto abruzzese nel mondo del cinema, a renderlo riconoscibile e divertente al pari degli altri dialetti, come quello napoletano. Forse siete i primi ad averlo fatto fuori dall’Abruzzo. Ne siete consapevoli?  

Macchia: “Sono molto contento di questo, anche se non è stata una cosa voluta. E’ stato normale per me esprimermi in un dialetto abruzzese, o simile, visto che sono anche in parte molisano. Mi fa piacere, anzi vorrei farlo anche più volutamente. Spesso uso Enrico Venti come il più abruzzese di tutti. Forse anche nell’approccio al linguaggio abbiamo dell’abruzzesismo inconscio". 

Come vivete il fatto di essere ormai riconoscibili?

Venti: “Siamo felicissimi, solo Luciano la vive male". 

Luciano: “Non posso fa più niente” dice ridendo.

Macchia: “L’importate è avere voglia di fare le cose. Questo ci gratifica, ma penso che sia bello per qualsiasi mestiere essere riconoscibili”. Venti: “Un po’ come per un barbiere che viene preso a sforbiciate per strada!”.

VIDEO: MACCIO AL FUORI CORSO
 

Progetti futuri?
Venti: “Ci sono un paio di progetti cinematografici in ballo e un progetto televisivo che è pronto a partire. E continuiamo con lo Zoo di 105”.

Marcello, qual è il personaggio a cui sei più legato?

Macchia: “A me piace Mario cattivo quando fa il cattivo, mi piacciono Mariottide e Ippolito Germer che fa l’imitazione di Luciano Onder. Però in realtà mi piacciono tutti. Forse Mariottide è quello a cui sono più legato: mi ci rispecchio, e poi mi ricorda la nonna. Adesso forse farò un video con i consigli sul caldo".

E cosa dirai? 
Macchia: “Di non usare il cappotto”.

Chi è l’Italiano medio secondo voi?

Luciano:  “E’ un essere mitologico metà italiano che oscilla tra la volontà di cambiare il mondo e il menefreghismo più totale”.

Venti: “Però non è quello becero: è un compromesso tra le due realtà. L’Italiano medio sono io: la persona normale che guarda il calcio, che la domenica va al amare, segue l’economia, dice che va male, ma non fa nulla per risolvere il problema. E’ una media. Un italiano media”.

Macchia: “L’Italiano medio è una persona molto difficile da rintracciare, per quanto mi riguarda. Credete che io sappia chi è l’italiano medio? Sarebbe una presunzione mastodontica, io non lo so. Forse è un ladro. Un fottuto ladro. A parte questo, quello del film è un italiano medio meno medio perché rispecchia un po’ me che sono una persona che non sa bene cosa essere nel mondo e quindi da un lato è sensibile alle tematiche sociali e vorrebbe essere attiva, ma dall’altro viene attratta dagli stimoli terreni come il sesso, la droga, l’alcol. E l’Italia rispecchia molto probabilmente questo bipolarismo dell’uomo, non solo dell’italiano". 

Maccio Capatonda, Ivo Avido, Herbert Ballerina 25.07.2015


 

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