Palazzo d'Achille e pista d'atletica: ok del Tar
Primo pronunciamento sui ricorsi presentati dall'Ance contro l’aggiudicazione della gara relativa al recupero del Palazzo d’Achille in piazza S. Giustino e alla gara sul rifacimento della pista di atletica dello Stadio Angelini
Comune di Chieti: via libera ai lavori a Palazzo d’Achille e alla pista d’atletica. Il Tar di Pescara ha rigettato le richieste di sospensiva avanzate dall’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e relative all’aggiudicazione dell’appalto di Palazzo d’Achille e della realizzazione della pista di atletica allo Stadio Angelini.
Già da questa mattina l’assessore Colantonio fa sapere che gli uffici del settore Lavori Pubblici avvieranno tutto quanto necessario sia per prosieguo post aggiudicazione dei lavori di riqualificazione del Comune che per l’inizio di quelli della pista di atletica.
“Bisogna correre per rispettare tempi e cronoprogramma e recuperare per la città la storica sede del palazzo comunale – commenta l’assessore ai Lavori Pubblici - così da evitare spese e il rischio di un ulteriore decentramento degli uffici, e realizzare la nuova pista di atletica così da dare un degno impianto alle società sportive e alle migliaia di appassionati che frequentano l’Angelini”.
Nel primo caso la richiesta di sospensiva da parte dell’Ance, della Secap e della “Appalti Provvisiero Spa era stata avanzata, oltre che contro il Comune, contro la Ditta “Proso” di Lecce, mentre la seconda richiesta di sospensiva era arrivata sempre dall’Ance insieme ad imprenditori locali contro il Comune e la Ditta aggiudicataria.
“Pur rimettendo ogni ulteriore commento e valutazione alla decisione di merito – aggiunge Colantonio - , si deve stigmatizzare il quantomeno inopportuno atteggiamento dell’Anceche, decidendo di impugnare giudizialmente innanzi al Tar l’esito delle due gare piuttosto che difendere gli interessi della categoria che rappresenta, ha fatto rischiare senza fondati motivi - lo dimostra il rigetto della richiesta di sospensiva - la perdita di importanti finanziamenti”.
Con due conseguenze: “la non realizzazione di opere molto attese dalla città e l’impoverimento, a causa della non effettuazione dei lavori, di un comparto, quello dei Lavori Pubblici, fortemente colpito dalla crisi” conclude.