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Cronaca

I lavoratori licenziati dopo il cambio di appalto devono essere reintegrati: Ivri condannata

Vittoria della Filcams Cgil: il contratto collettivo nazionale per la vigilanza privata, infatti, prevede che l'azienda che subentra nel servizio debba assumere gli operatori presenti

Erano stati licenziati lo scorso marzo, quando la società Ivri era subentrata alla Italpol Global Security nel servizio di portierato del centro commerciale Megalò. Ma questo comportamento violava il contratto collettivo nazionale della vigilanza privata, il quale prevede che i lavoratori, dopo il licenziamento dalla vecchia società, debbano essere reintegrati nella nuova. Così, due vigilanti che per anni hanno lavorato nel centro commerciale, afficanti dalla Filcams Cgil di Chieti, hanno intrapreso una battaglia legale vinta lo scorso 24 ottobre. 

Dopo sei mesi, il tribunale di Chieti ha riconosciuto che i due lavoratori avevano ragione. "Esprimiamo particolare soddisfazione per questa decisione - commenta Elena Zanola, segretaria generale Filcams Cgil Chieti - non solo per la vicenda personale dei due lavoratori coinvolti, ma anche perché questa sentenza sancisce l'importanza delle regole stabilite nel contratto nazionale della vigilanza privata. In un settore così difficile come quello degli appalti, dove la precarietà e gli affidamenti al massimo ribasso possono avere un effetto devastante sulla vita delle persone coinvolte, l'applicazione e l'esistenza di regole collettive rappresentano l'elemento cardine per garantire diritti e tutele a lavoratori che altrimenti sarebbero in balia delle convenienze aziendali e del mercato.

"Un contratto collettivo nazionale - denuncia Zanola - le cui retribuzioni purtroppo non vengono più aumentate da diversi anni. La discussione con le nostre controparti datoriali è infatti ferma da oltre 3 anni, proprio perchè le imprese chiedono di arretrare su alcuni diritti fondamentali, come quelli della tutela della malattia, del riposo e del cambio appalto. Crediamo infine che questa notizia sia utile per tutti i lavoratori del settore, perché dimostra che, ribellandosi e non rassegnandosi alle ingiustizie, è possibile far valere i propri diritti".

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