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Cronaca

Tre anni da Rigopiano, la famiglia Di Michelangelo: "Crediamo nella giustizia. Sapere che si sarebbero potuti salvare spacca il cuore"

Il fratello Alessandro e mamma Loredana si preparano alla commemorazione delle 29 vittime della tragedia avvenuta il 18 gennaio 2017: "Continuiamo a lottare"

"Sono un poliziotto, come mio fratello. Ma prima di tutto sono un uomo che ha pianto e che oggi vuole credere nella giustizia". Sono le parole di Alessandro Di Michelangelo alla viglia del terzo anniversario della tragedia di Rigopiano. Alessandro è il fratello maggiore di Dino l'agente di Chieti morto insieme alla moglie Marina Serraiocco nella valanga che travolse l'hotel Rigopiano il 18 gennaio 2017.  Della famiglia l'unico sopravvissuto è il figlio Samuel, che allora aveva 7 anni. 

Alessandro Di Michelangelo si fida del lavoro della Procura: "Sono sempre in contatto con i familiari delle altre vittime perché facciamo parte del comitato, collaboro con gli avvocati che ci stanno seguendo, leggo tutte le carte e gli atti giudiziari che abbiamo acquisito. Tutto ciò che sta venendo fuori è brutto da sentire e ingoiare, sono situazioni anche seccanti che facciamo finta di non sentire. Non vogliamo giudicare ancor prima della sentenza. Il problema - continua Alessandro - è quando giri per la città: Chieti è piccola, ci si conosce tutti. La gente ci ferma per strada, a me, a mia madre: 'Ma non avete visto lo schifo?' ci chiedono. E il paradosso è che siamo noi a cercare, nel nostro dolore, di convincere i cittadini a crederci, a spiegare loro che non è tutto marcio, c'è una parte buona dello Stato che sta lavorando affinché venga fuori ogni cosa. Crediamo nella giustizia, lo facciamo per Dino e per il figlio che ha lasciato".

Ma perdere un figlio fa male, è un dolore atroce. Lo sa bene Loredana Lazzari, mamma di Dino, presente a ogni udienza del processo con una piccola busta dove conserva la foto del suo "ragazzo" e la maglietta che hanno tutti i familiari delle vittime di Rigopiano. Sarà anche lei alla commemorazione per il terzo anniversario della tragedia, sabato mattina a Farindola, il comune in provincia di Pescara dove si trovava il resort.

"Questa volta non sarei voluta andare, mio marito non sta bene - spiega a Adnkronos - ma ci sarò perché sto lottando e perché non posso arrendermi: sono passati 3 anni, le forze diminuiscono ma la lottava avanti perché vogliamo giustizia. Potevano salvarsi, non hanno fatto nulla per evitare che morissero così. Bastava che qualcuno mandasse anche solo un elicottero, non ci posso pensare che abbiano dovuto fare quella fine. Gridavano aiuto e sono stati derisi. Sapere che Dino si sarebbe potuto salvare, che tutti si sarebbero potuti salvare, spezza ancora più il cuore". conclude la signora.

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In occasione del terzo anniversario della tragedia di Rigopiano del 18 gennaio 2017, il Comitato Vittime Rigopiano ha organizzato anche per quest’anno un evento per commemorare nel miglior modo le 29 vittime della tragedia.

Alle 10 è previsto il ritrovo presso il totem dell’Hotel Rigopiano per preghiera di benedizione, successivamente partirà una fiaccolata da contrada  Mirri per la casa madre di Farindola. Alle 11,30 la santa messa celebrata dal parroco di Farindola don Luca Di Domizio cui seguirà omaggio cantato per le vittime di Rigopiano.

Nel pomeriggio alle 15 al palazzetto dello sport di Penne inizierà la commemorazione, fino alle 17,30, con personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura "vicini a noi sin dal primo momento" fanno sapere dal Comitato. Alla commemorazione parteciperà anche il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede.

L'Abruzzo ricorda le 29 vittime dell'hotel Rigopiano

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