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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Infanzia, Save the Children: in Abruzzo quasi un bambino su cinque in povertà relativa

Sempre meno nati negli ultimi 10 anni, diminuiscono gli accessi agli asili nido (-1.4%). Nella regione il 72.8% delle scuole non ha il certificato di agibilità

Negli ultimi dieci anni la povertà relativa infantile in Abruzzo ha raggiunto il 15.4%, quasi un bambino su 5 nel 2018, un dato al di sotto della media nazionale attestata al 22%.  La povertà minorile, comunque, si conferma anche nella regione come vera emergenza, e se si guarda all’Italia in generale negli ultimi dieci anni il numero dei minori che vivono addirittura in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018, oltre 1,2 milioni di bambini. Un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014.   

Una povertà che non è solo economica, ma anche educativa e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel paese e in Abruzzo. Una regione in cui – complice anche la congiuntura economica non positiva - negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 23.9% rispetto al 2008, in cui però è presente un significativo numero di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana, che nel 2018 rappresentavano l’8% della popolazione dei minori nella regione.

E mentre l’Italia continua a non avere un Piano nazionale per l’infanzia, a investire risorse insufficienti in spesa sociale, alimentando gli squilibri esistenti a livello di servizi e prestazioni per l’infanzia e condannando proprio i bambini e le famiglie più in difficoltà ad affrontare da sole, o quasi, gli effetti della crisi. Sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente, l’Abruzzo– negli ultimi 10 anni – ha incrementato di 37 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area famiglia/minori, arrivando a 110 euro. In Abruzzo solo il 8.4% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia (nel 2008 era il 9.8%), con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 469 euro.

Anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente in tutto il paese dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni sono drammatiche e l’Abruzzo si attesta sul 8.8% un dato decisamente al di sotto della media nazionale (14,5%), ma che è sensibilmente migliorato negli ultimi 10 anni, diminuendo di 7.9 punti. Scuole che restano luoghi non sicuri per gli studenti, in un paese fragile dal punti di vista sismico e idrogeologico e nel quale gli indicatori sono drammatici. In Abruzzo il 72.8% degli edifici scolastici è priva del certificato di agibilità, molto più alto del 53.9% delle scuole italiane (tra quelle che hanno compilato il dato).

In Italia, in cui si è disinvestito sulle politiche sociali e sull’infanzia, la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Basti prendere in considerazione alcuni indicatori: quasi un minore su 2 non apre un libro durante l’anno, un dato che in Abruzzo è al 46.2% (in dieci anni è rimasto quasi invariato 45.9% nel 2008). Il tema della deprivazione culturale nei minori resta un tema di allarme: nel corso dell’ultimo decennio la quota dei “disconnessi culturali” è diminuita in tutto il paese di 4 punti, sebbene i minori che non svolgono sufficienti attività culturali restino ancora 7 su 10, con l'Abruzzo che si attesta al 70.2%. Anche lo sport resta per molti un privilegio: in Italia meno di un minore su cinque (tra i 6 e i 17 anni) non fa sport e nella regione questo dato è del 22%. Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che non sono sottoposti a stimoli culturali, sono invece iperconnessi: nell’ultimo decennio si è assistito a una rivoluzione che ha portato all’aumento esponenziale dei minori che usano ogni giorno la Rete. Nel 2008 solo il 14.3% dei bambini e adolescenti abruzzesi usava tutti i giorni internet, una quota che è passata al 52.3% nel 2018.

Un Paese sempre più “vietato ai minori”, in cui i cosiddetti NEET (Not in Emplyement, nor in Education and Training) sono in Italia 1 su 4 tra i giovani 15-29enni (23,4%), l’Abruzzo si attesta su una percentuale più bassa, registrando il 20.7%, percentuale che è cresciuta di 4.9 punti rispetto a dieci anni fa.

L’impoverimento materiale ed educativo dei bambini in Italia, si accompagna anche ad un impoverimento “ambientale”. Mentre il dibattito mondiale si accende sull’impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, i bambini e adolescenti italiani crescono in un paese in cui c’è sempre meno verde, con un aumento di 30.000 ettari di territorio cementificato dal 2012 al 2018. Il fatto che ben il 44% dei bambini ed adolescenti italiani vada a scuola in macchina non stupisce (46,8% nella regione), soprattutto se si considera che il rapporto tra ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4 (in Abruzzo più di 1 a 3)

Questi alcuni tra i dati messi in luce dal X Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. La pubblicazione a cura di Giulio Cederna e dal titolo evocativo “Il tempo dei bambini”, fa il bilancio della condizione dei bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni, e viene presentato quest’anno in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa.

“I danni provocati in quest’ultimo decennio dall’inerzia della politica, dai mancati investimenti nei servizi per la prima infanzia, nella scuola, nelle politiche sociali, dall’incapacità di varare una norma per riconoscere la cittadinanza ai bambini di seconda generazione sono sotto gli occhi di tutti e hanno colpito anche la nostra regione. Insieme alle diseguaglianze intergenerazionali, ci sono acuite le diseguaglianze geografiche, sociali, economiche, tra bambini delle aree centrali e delle periferie, tra italiani e stranieri, tra figli delle scuole bene e delle classi ghetto. Si sono divaricate le possibilità di accesso al futuro”, spiega Flaminia Cordani, referente territoriale di Save the Children in Abruzzo.

L’organizzazione rilancia oggi la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo sesto anno, chiedendo proprio – attraverso una petizione disponibile al link www.illuminiamoilfuturo.it - il recupero di tanti spazi pubblici abbandonati e inutilizzati su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. La mobilitazione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, è associata a 16 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, individuati dall’Organizzazione con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti spazi pubblici, da nord a sud, sottratti ai minori nel nostro Paese. Una campagna che riprende la richiesta già lanciata lo scorso anno e che ha portato all’inizio di un percorso di recupero di alcuni dei 10 luoghi segnati nella precedente edizione, a cui quest’anno Save the Children ne ha voluti aggiungere altri sei.

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