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Incidenti stradali Miglianico

Morte dei fratelli Timperio a Miglianico: per il tribunale i funzionari della Provincia sono innocenti

L'Ente colpevole per la giustizia civile e non per quella penale. L'amarezza di mamma Catia per il non luogo a procedere deciso dal Gip di Chieti, nei confronti dei quattro funzionari era stato chiesto il rinvio a giudizio

Amarezza e sconcerto ieri mattina in Tribunale a Chieti per mamma Catia Paravia , dopo la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari,  Luca De Ninis, di non luogo a procedere nei confronti dei quattro funzionari della Provincia di cui pure era stato chiesto il rinvio a giudizio per la morte dei suoi due figli in seguito a un terribile (ed evitabile) incidente stradale accaduto il 26 ottobre 2014 lungo la Strada Provinciale 33.

Valentina, che guidava la Fiat 500, e il fratello Pierpaolo Timperio, rispettivamente 23 e 27 anni, di Miglianico, all'uscita della curva che immette sul rettilineo del ponte sul Foro finirono contro la balaustra del tutto inadeguata, che non resse all'urto, precipitando nella scarpata e nel fiume sottostante e annegando. Il sostituto procuratore titolare del fascicolo per omicidio colposo, dottor Giancarlo Ciani, aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo in concorso di quattro funzionari della Provincia, Ente gestore della strada.

Secondo il pm, i quattro “omettevano, pur in presenza di lavori eseguiti sul tratto stradale che attraversa il fiume Foro lungo la Sp 33, denominata “Variante Tollo-Miglianico”, di adeguare le barriere di sicurezza stradale presenti sul ponte, barriere assolutamente inadeguate al contenimento di possibili urti derivanti da collisione con veicoli (...) e realizzata senza alcun rispetto della buona tecnica e della realizzazione secondo arte. Proprio l'omessa messa in sicurezza del citato tratto stradale risultano così causa determinante l'evento, tenuto conto che una barriera di adeguata sicurezza montata a regola d'arte avrebbe contenuto l'urto del veicolo evitando la precipitazione dello stesso nel fiume”. Ma secondo il Gip non sussistevano i presupposti per procedere in giudizio. Pierpaolo e Valentina Timperio con la mamma Catia Paravia-2

Una decisione che la signora Catia, il suo penalista e Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità, a tutela dei diritti dei cittadini, che la assiste, hanno definito “stupefacente”, tanto più a fronte "della recentissima sentenza della sezione civile dello stesso Tribunale di Chieti emessa lo scorso 19 settembre, la quale invece ha ritenuto la Provincia di Chieti responsabile con un concorso del 50 per cento sul tragico incidente, con il riconoscimento del relativo risarcimento ai familiari. La mamma si riserva di leggere con attenzione assieme ai propri legali e patrocinatori le motivazioni della sentenza, di cui è stato letto solo il dispositivo, ma per Catia Paravia (nella foto con i figli) resta l'amarezza e il dolore per il fatto che la giustizia penale non abbia nemmeno voluto approfondire i fatti che pure il “braccio civile” dello stesso tribunale ha giudicato con una sentenza di inequivocabile condanna, quanto meno per la corresponsabilità nell'accaduto".

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