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Cronaca

La Fondazione Carichieti pensa alla vendita di palazzo de' Mayo

L'ipotesi non è ancora certa, è necessaria una perizia, ma servirebbe a coprire il fido ancora aperto con la banca, sotto la lente d'ingrandimento di Bankitalia dal 2012. Per ora, comunque, il museo ha ridotto notevolmente gli orari di apertura

La Fondazione Carichieti potrebbe vendere, almeno in parte, palazzo de’ Mayo per sanare il fido ancora aperto in Carichieti. L’indiscrezione, riportata nell’edizione di oggi (mercoledì 1 aprile) del quotidiano Il Messaggero è, per il momento, solo un’ipotesi, ma si fa sempre più verosimile.

Il fido in Carichieti era già dal 2012 sotto la lente della Banca d’Italia, che ne aveva consigliato il rientro immediato. Saltata la vendita del 5% delle quote, la Fondazione ha ben poche altre risorse a cui attingere, a parte appunto il palazzo barocco rilanciato appena 3 anni fa.

Quel che è certo è che, rispetto alle aperture prolungate che il museo della fondazione Carichieti rispettava fino a pochi mesi, almeno fino a novembre 2014, da qualche tempo le attività si  sono notevolmente ridimensionate.

Il museo di palazzo de’ Mayo, prima aperto tutte le mattine feriali oltre all’intera giornata di sabato e domenica, ora apre i battenti soltanto il venerdì mattina e nel fine settimana. Nei giorni lavorativi resta attiva solo la biblioteca (chiusa il lunedì); più raramente è accessibile l’auditorium, solo in caso di conferenze pomeridiane o di laboratori per le scuole e visite straordinarie alle collezioni permanenti.

Qualora la cessione del palazzo Seicentesco di corso Marrucino diventasse realtà, però, restano alcuni nodi da sciogliere. Perché l’edificio ha vincoli architettonici e culturali e ci vorrà una perizia che potrebbe dilatare enormemente i tempi. 

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