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Cronaca Francavilla al Mare

Il suicidio dopo la morte di moglie e figlia: la tragica follia di un uomo normale

La ricostruzione della catena di tragedie che ieri hanno sconvolto la città di Chieti e l'Italia intera, iniziate allo Scalo, in piazza Roccaraso, con la caduta dal balcone di Marina Angrilli, terminate alle 20, sul viadotto dell'A14 di Francavilla, con la decisione di Fausto Filippone di farla finita

Ci sono ancora molti interrogativi e uno sgomento profondissimo, il giorno dopo la tragedia di Francavilla al Mare, dove un uomo, Fausto Filippone, 49 anni, ha gettato la figlia di 10 anni dal viadotto dell'autostrada A14, per fare altrettanto dopo ore di trattative con le forze dell'ordine. E, a sconvolgere ulteriormente gli animi di quanti, a Chieti, in Abruzzo e in tutta Italia, sono rimasti colpiti da un fatto di cronaca così cruento, è il fatto che sia accaduto in una famiglia benestante, considerata "normale", senza problemi apparenti. Lui, Fausto, era un manager dell'azienda Brioni e si era laureato all'università Ca' Foscari di Venezia. La moglie Marina Angrilli, 52 anni, insegnante di Lettere e Latino al liceo scientifico Da Vinci di Pescara, era una donna felice che cresceva con amore la sua bambina, Ludovica, di 10, che frequentava la quinta elementare. 

Si indaga per capire le ragioni della follia

Spetta ora agli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Lucia Campo, ricostruire la domenica di follia che ieri ha tenuto col fiato sospeso tutto il Paese. Intorno a ora di pranzo, a Chieti Scalo, in piazza Roccaraso, Marina Angrilli è precipitata dal balcone di un appartamento al terzo piano di proprietà del marito. Inizialmente, si pensava che quella fosse la residenza di famiglia, ma i coniugi, sposati dal 2006, in realtà vivevano a Pescara e la casa era solitamente affittata agli studenti universitari. I residenti del quartiere nella zona dello stadio Angelini non li conoscevano. Ma, appena si sono accorti di quanto accaduto, hanno chiamato i soccorsi, alla presenza del marito, che è andato sino al pronto soccorso del Santissima Annunziata, per poi sparire con la figlioletta. La donna, infatti, ha ripreso i sensi qualche minuto dopo la caduta, ma purtroppo non ce l'ha fatta ed è morta in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate. Non è ancora chiaro se la caduta sia stata accidentale, causando poi la catena di tragici eventi successivi, o se ci sia la responsabilità di Filippone anche in questa morte. 

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Quale corto circuito abbia colpito la sua mente, è ancora difficile da comprendere e ricostruire. Quel che è certo è che, poco dopo le 13, sul viadotto dell'autostrada tra i caselli di Chieti e Pescara sud, alcuni automobilisti hanno lanciato l'allarme, per un uomo appeso alla rete esterna, in procinto di gettarsi. Quando sono arrivati i soccorritori, si è compresa la portata dell'immane tragedia. Filippone aveva fatto cadere nel vuoto la piccola Ludovica, che poi si è appurato essere morta sul colpo. Ma non ha permesso subito di avvicinarsi a lei, minacciando di gettarsi a sua volta da quell'altezza di 30 metri. 

Poi, sei ore di ulteriore follia. I mediatori le hanno tentate tutte per distoglierlo dal suo proposito, facendo arrivare anche la sorella, cercando di tranquillizzarlo e capire i motivi di tutte quelle morti. Secondo quanto si è appreso, lui ha chiesto scusa per quanto compiuto, chiedendo informazioni sulle sorti della moglie. I vigili del fuoco avevano iniziato anche a montare un telone per attutire la caduta. Ma, quando Filippone se n'è accorto, si è buttato giù, dopo 6 ore di trattative, uccidendosi. Ora restano le domande, tante, ed è compito di chi indaga cercare di ricostruire le motivazioni di una tale violenza. 

Video: da ore aggrappato al viadotto

Intanto, come spesso accade negli ultimi anni in occasione di casi di cronaca così eclatanti, sin dal primo pomeriggio di ieri si è scatenato il "turismo dell'orrore", con decine di persone accorse in massa sotto il viadotto dell'autostrada, in cerca dello scatto o del video da condividere sui social network alla ricerca di like, per poter dire "io c'ero". Non sono mancati i video direttamente dall'autostrada - poi interamente chiusa per un incidente - con commenti coloriti e offensivi ai danni di Filippone. Fino alle dirette Facebook, con il video più raccapricciante: l'orrore del corpo di un uomo che decide di togliersi la vita, gettandosi dal cavalcavia di un'autostrada, diventato virale sui social network tra un selfie e lo scatto di un paesaggio. Un delirio voyeuristico senza i filtri e le regolamentazioni del diritto di cronaca che, in più di un caso, ha travalicato i confini del buon gusto e dell'umana pietà.

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