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Cronaca Centro / Piazza Giuseppe Garibaldi

Dolore cronico, a Chieti ne soffre 1 su 4: tappa di “GP Open Road”

L'1 e il 2 aprile campagna itinerante per coinvolgere medici di famiglia e cittadini in una migliore gestione del dolore cronico. Circa 100.000 i pazienti che ne soffrono in tutta la provincia

Fa tappa a Chieti, l'1 e il 2 aprile, “GP Open Road”, la campagna itinerante per coinvolgere medici di famiglia e cittadini in una migliore gestione del dolore cronico.

Promosso dall’Associazione pazienti vivere senza dolore, con il patrocinio del Ministero della Salute, GP Open Road” è un giro d’Italia in 16 piazze dove i medici di famiglia seguiranno un corso di formazione sulla terapia del dolore, discutendo casi clinici reali, e i cittadini potranno ricevere materiale divulgativo per essere correttamente informati sul tema della sofferenza inutile.

In città piazza Garibaldi ospiterà una grande struttura gonfiabile, all’esterno della quale, i cittadini potranno ricevere materiale informativo e strumenti per l’autovalutazione del dolore. Il 2 aprile, all’interno della struttura, i medici di famiglia del territorio seguiranno un corso di approfondimento sulla terapia antalgica, discutendo un reale caso clinico.

UNA PERSONA SU 4 - “In provincia di Chieti, circa una persona su 4 soffre di dolore cronico. Solo nel nostro centro, al quale accedono i casi più complessi, ogni anno arrivano 1.500 nuovi pazienti, il 70% dei quali affetto da dolore cronico benigno, il 30% da dolore neoplastico” afferma Amedeo Costantini, Direttore dell’Hub regionale di Terapia del Dolore presso il Policlinico SS. Annunziata di Chieti e docente del corso. “Un’iniziativa di formazione volta a supportare le cure primarie su questo fronte è di fondamentale importanza, poiché il medico di medicina generale rappresenta il primo punto di accesso del paziente che soffre alla Rete territoriale di terapia del dolore. Negli ultimi anni, sono stati fatti importanti passi avanti, grazie all’impegno del Ministero della Salute e delle diverse società scientifiche e in virtù dell’interesse scaturito con l’approvazione della Legge 38. Ciononostante, è necessario continuare a lavorare sull’aggiornamento dei medici di famiglia, soprattutto attraverso inedite metodologie formative, in grado di suscitare maggior interazione e coinvolgimento”.

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