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Cronaca

Dopo le polemiche, Civitarese si è dimesso dal Cda dell'ateneo d'Annunzio

Il professore ha ufficializzato la sua decisione nella seduta di ieri. Ora verrà emanato un nuovo bando per scegliere il sostituto

La sua nomina aveva scatenato non poche polemiche a Chieti e ieri (martedì 31 gennaio) il professor Stefano Civitarese Matteucci, docente ordinario di Diritto Amministrativo all'università d'Annunzio, ha ufficializzato le dimissioni dal Consiglio di amministrazione dell'ateneo, citando "sopraggiunti impegni didattici e personali". 

Le dimissioni sono state accolte dal Cda e a questo punto a breve verrà emanato un nuovo bando. Dopodiché, il Senato Accademico selezionerà, tra le candidature arrivate, due nomi da sottoporre al vaglio del rettore Carmine Di Ilio, a cui spetterà scegliere il successore del docente che, tra l'altro, da pochi mesi è anche assessore all'Urbanistica del Comune di Pescara. 

E proprio questo suo doppio ruolo, quanto a metà ottobre il magnifico lo scelse insieme ad altri quattro docenti e tre membri esterni, accese il dibattito. Il consigliere regionale Mauro Febbo aveva parlato di "oltraggio alla città", considerando anche che fra i membri esterni non c'è nessun teatino: sono stati scelti, infatti, l'imprenditore del vino Luigi Marramiero, Luigi Bonetti, e il direttore del personale Fater Gianluca Nardone. 

Già ad ottobre, il sindaco Umberto Di Primio aveva inviato Civitarese alle dimissioni, paventando addirittura di ricorrere alle vie legali e infine, dopo aver incontrato il rettore per chiarire la questione, chiedendogli di annullare le nomine. Anche il Comitato cittadino per la salvaguardia e il rilancio di Chieti si era schierato contro le scelte di Di Ilio, giudicando "inaccettabile" che nel Consiglio di amministrazione dell'università di Chieti non ci fosse neppure un rappresentante della città. 

Infine, a novembre, 90 esponenti della società civile teatina avevano sottoscritto una lettera indirizzata a Di Ilio per chiedergli un rapido incontro sulla questione. E addirittura il caso era finito in Parlamento, con un'interrogazione firmata dal Movimento 5 stelle.

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