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Cronaca

Dichiarata la morte presunta di Donatella Grosso: era scomparsa nel 1996

Dopo 4 anni, negligenze e varie vicissitudini, i giudici di Chieti hanno accolto la richiesta della madre

Il tribunale di Chieti ha dichiarato la morte di Donatella Grosso, la donna di Francavilla al Mare scomparsa nella notte fra il 26 e il 27 luglio 1996, di cui non si è mai più avuta notizia. I genitori si sono battuti a lungo per fare chiarezza su una sparizione tuttora inspiegabile e negli anni non hanno mai abbandonato la speranza di poter conoscere la sorte della propria figlia. Finché non si sono dovuti arrendere al fatto che, in più di 20 anni, non è stato possibile trovare una soluzione al caso. 

Così, quattro anni fa la madre (il padre era scomparso nel 2014), ha chiesto ai giudici la dichiarazione di presunta morte della giovane, per poter almeno sistemare le questioni burocratiche. E, alla fine, i giudici hanno accolto le richieste della famiglia Grosso. A loro, però, si era opposto un investigatore privato di Pescara, che si era opposto alla dichiarazione di morte presunta, sostenendo di essere in possesso di elementi utili a dimostrare che Donatella fosse ancora viva. Eppure, questi elementi non sono stati ritenuti utili. 

Il mese scorso, l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia della giovane donna scomparsa, aveva denunciato il fatto che il fascicolo sulla dichiarazione di morte presunta fosse sparito e poi ritrovato a casa dell'ex presidente del tribunale, ormai in pensione, invocando controlli al palazzo di giustizia teatino, per fare chiarezza su questa negligenza.

Donatella Grosso aveva 30 anni quando la sera del 26 luglio 1996 uscì dalla casa di Francavilla al Mare con due grosse valigie. Il fidanzato dell'epoca raccontò di averla accompagnata all'ingresso della stazione di Pescara, dove però nessuno la vide. Da quel momento, non si ebbero mai più notizie. I genitori si rivolsero alla redazione di Chi l'ha visto?, a cui arrivarono alcune telefonate che segnalavano la presenza della giovane a Pescara e a Napoli, ma si rivelarono tutte inattendibili. 

Il giorno dopo la scomparsa, da Pescara venne spedita una lettera ai genitori di Donatella Grosso, in cui la donna avvisava della sua partenza improvvisa. Tuttavia, si ritenne che quella busta non fu inviata da lei, tanto che l''ex fidanzato fu indagato per omicidio volontario e occultamento volontario, ma l'indagine fu archiviata e riaperta più volte. 

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