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Cronaca

Cresce il numero dei dispersi a Rigopiano, ma c'è ancora qualche speranza

ll'elenco già noto si è aggiunto il nome di Faye Dame, di nazionalità senegalese, in Italia con regolare permesso di soggiorno, assunto dall'albergo per fare piccoli lavori di manutenzione

Aumenta il numero dei dispersi all'hotel Rigopiano: sono 24 - e non 23 come si credeva inizialmente - le persone che mercoledì pomeriggio (18 gennaio) si trovavano nel resort di lusso di Farindola, di cui non si hanno ancora notizie. All'elenco già noto si è aggiunto il nome di Faye Dame, di nazionalità senegalese, in Italia con regolare permesso di soggiorno, assunto dall'albergo per fare piccoli lavori di manutenzione, spazzare la neve e rassettare alcuni ambienti. Resta confermato il numero delle vittime, 5, tutte già identificate, e delle persone tratte in salvo, 11 tra chi è rimasto illeso e chi, invece, è stato rimasto sepolto dalla valanga.La notizia è emersa soltanto oggi (domenica 22 gennaio), dopo la segnalazione di una coppia di turisti ripartita da Rigopiano il giorno prima della valanga, che ricordava di aver visto l'uomo nell'hotel. La sua presenza è stata confermata dal direttore, Bruno Di Tommaso. 

Intanto poco prima delle ore 16 c'è stato il bollettino medico sulle condizioni dei sopravvissuti. I 4 bambini si trovano attualmente nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Pescara, in buone condizioni di salute; ugualmente, gli altri adulti sono stati trasferiti nei reparti di degenza, ad eccezione di Giampietro Matrone, operato a un braccio. I medici pensano che già domani (lunedì 23 gennaio) si possano valutare le dimissioni. Il prossimo bollettino medico è previsto per domani, alle ore 17. 

Al momento, non sono previsti nuovi arrivi da Farindola, segno che, purtroppo, non è stato estratto ancora nessun'altro in vita. I soccorritori continuano a scavare, nonostante il peggioramento delle condizioni meteo. Stando a quanto spiega la prefettura di Pescara, le ricerche stanno procedendo su due fronti opposti: "da un lato i Vigili del fuoco stanno avanzando all’interno della struttura lungo il percorso che ha consentito il ritrovamento dei 9 superstiti. Le difficoltà consistono nella necessità di aprire varchi attraverso murature di elevato spessore per accedere ai locali successivi. Parallelamente stanno operando sul fronte nevoso esterno per consentire l’apertura di ulteriori varchi sul lato opposto della struttura, per il raggiungimento e l’ispezione più rapida dei locali”.

L’avanzamento dei mezzi meccanici di ausilio viene assicurato dal personale del Soccorso Alpino che sonda la neve, tracciando la pista da seguire. La Polizia Stradale e l’Esercito si stanno occupando di garantire la viabilità sulla strada che consente ai soccorsi di raggiungere le zone operative, condizione essenziale per garantire la continuità dei soccorsi. Intanto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, in diretta a "In mezz'ora", su Rai Tre, ha affermato che “chi lavora in quelle condizioni lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c’è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari”.

Ieri sera (sabato 22 gennaio), nell'istituto di Medicina Legale di Chieti, sono state effettuate le prime due autopsie sulle vittime, come richiesto dal medico legale Ildo Polidoro, alla procura di Pescara. I corpi sono stati sottoposti anche a Tac, perché oltre ad alcuni segni evidenti esterni, ci sono da rintracciare anche possibili cause traumatiche interne. L’ipotesi più accreditata è quella di una serie di concause che avrebbero determinato la morte delle vittime, che sono state comunque trovate sepolte dalla neve.

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