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Cronaca Francavilla al Mare

Cassazione vieta riconoscimento figli coppie gay: "Il sindaco di Francavilla ha violato la legge"

Il sindaco di Francavilla Antonio Luciani un anno fa aveva riconosciuto la prima famiglia arcobaleno d'Abruzzo

Una sentenza della Corte di Cassazione (n.12193)  che stabilisce "il divieto categorico di trascrizione di atti di nascita avvenuti all'estero di figli nati con la pratica dell'utero in affitto" riapre il dibattito sulla trascrizione del nome di due genitori, dello stesso sesso, sull’atto di nascita di un bambino nato mediante la procreazione assistita.

Il movimento “Noi per la famiglia”, nato dall'esperienza dei Family day,  che si prefigge di difendere la famiglia “tradizionale", chiede a gran voce che sia "immediatamente sanato l’illecito normativo messo in essere dal sindaco di Francavilla, Antonio Luciani”.

Il primo cittadino francavillese poco meno di un anno fa si era reso protagonista, primo in Abruzzo, del riconoscimento della prima "famiglia arcobaleno" attraverso il riconoscimento della maternità genitoriale a due donne.   

Dopo la denuncia-esposto delle associazioni pro-famiglia tradizionale, in favore del sindaco Luciani si era schierata l’Arcigay Chieti chiedendo che si facesse leva sulla felicità della bambina. 

"Noi non siamo mai contro le persone - dice la presidente di "Noi per la Famiglia Abruzzo" - ma la legge non si può e non si deve applicare “pro opportunitate”. Come denunciato nell’esposto,  abbiamo fatto presente  che la trascrizione di atti di nascita di figli avuti all’estero, con la pratica dell’utero in affitto o la fecondazione in vitro sono vietate perché vanno in contrasto con l’articolo 12 della Legge 40 del 2004 che regola la procreazione assistita. Viene meno il rapporto di filiazione naturale cosi come stabilito dall’ordine pubblico. Mi dispiace dover far constatare al sindaco di Francavilla che avevamo ragione noi, e che in nome  dell’ ideologia dell’autodeterminazione che vorrebbe regalare diritti dove questi diritti non possono esistere, non si può interpretare la legge italiana".

La legge 40, nell'ordinamento giuridico italiano, regola la procreazione medicalmente assistita ed è da sempre al centro di articolati dibattiti che hanno formato oggetto di diverse sentenze di incostituzionalità da parte della Corte costituzionale.

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