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Cronaca

Quando a Chieti processarono i ribelli della Maiella

Contadini che lottano per la propria terra. "Lo svegliarino," giornale dell'epoca che ha sede in via Pollione, racconta cosa succede nel tribunale del capoluogo teatino l'otto marzo 1904

I ribelli della Maiella. Nome altisonante per l’anno 1904, i ribelli sono contadini di Roccamorice legati alla loro terra, unica e preziosa fonte di sostentamento.

Il secolo novecento e’ appena iniziato ed  il paese abruzzese si trova impastato tra arretratezza e sviluppo. In quegli anni, infatti, e’ attiva l’estrazione del bitume dalla “montagna madre”, c’è una sorta di distretto minerario, tra Scafa, Abbateggio, Roccamorice, Lettomanoppelo, Manoppello, S.Valentino. Il polo minerario ha una  grande protagonista straniera, la compagnia Reh di Berlino, con il suo direttore, l’ingegnere tedesco Arno Reichenbach .

E’ proprio l’ingegnere a scatenare l’ira dei contadini. Reichenbach ha bisogno di terreni vicino agli impianti estrattivi, i terreni delle famiglie benestanti sono considerati di natura mineraria, i prezzi offerti ai De Angelis e agli Honoratiis, sono considerati equi, oscillano tra le dieci e le dodicimila lire all’ettaro. Le famiglie contadine, quelle dei Rosati, dei Di Carlo e di altre, non hanno la stessa sorte, i loro possedimenti sono considerati agricoli, per loro viene chiesto “esproprio per pubblica utilità”. Eppure in passato le stesse famiglie hanno affittato appezzamenti alla Reh, subendo tra l’altro, in conseguenza delle operazioni di estrazioni del bitume, frane, smottamenti e infiltrazioni d’acqua. Ma ora c’era l’esproprio, l’odio verso quello che viene visto come un invasore straniero, sale.

Il 28 gennaio 1904 arrivano i carabinieri, tanti carabinieri, cercano di prendere possesso dei terreni. Nella contrada di S.Giorgio a Roccamorice è rivolta. Il 12 febbraio seguono gli arresti per l’ottantenne Sabatino Rosati,  per le figlie Caterina e Maria con i rispettivi mariti Antonio Ferrante e Donato Di Bartolomeo. Questi alcuni dei nomi apparsi nelle cronache di allora sul giornale teatino “Lo svegliarino” che aveva sede in via Pollione. Viene pubblicata con enfasi la data del processo, presentato quasi come un evento mondano, come l’occasione unica di vedere quei contadini della montagna che hanno sfidato la Reh.

L’otto marzo si celebra il processo, la Reh difende le proprie scelte, non ci sono illegalità amministrative, non ci sono danni per il territorio, loro portano sviluppo rispettando le persone.

E i nostri ribelli della Maiella? Tutti condannati dal Tribunale di Chieti, colpevoli di resistenza agli agenti della forza pubblica. Pene lievi ma hanno perso. Quaranta giorni per Rosati, trenta giorni per gli altri uomini, venticinque giorni per le donne.

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