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Cronaca Guardiagrele

Stamina, genitori di Noemi: "Legge e scienza facciano chiarezza"

A pochi giorni dall'udienza che vedrà Vannoni imputato con altre 13 persone, i coniugi Sciarretta si augurano che la venga accertata la verità dei fatti, ma precisano di non aver mai "sostenuto" le vicende personali di nessuno, ma di aver agito solo nell'interesse della bimba

“Speriamo che la scienza ponga fine a ogni sorta di dubbio”. Così Andrea Sciarretta e Tahereh Pisciotta, genitori di Noemi, la bimba di Guardiagrele affetta da Sma1, commentano il caso giudiziario di Davide Vannoni, ideatore del metodo Stamina, imputato a Torino con altre 13 persone con l’accusa di associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla truffa.

Secondo la procura torinese, Vannoni avrebbe intessuto una rete di persone pronte a tutto pur di guadagnare, dal vantare brevetti mai ottenuti, all’organizzare manifestazioni di piazza, al trattare i pazienti come cavie. I genitori di Noemi si sono battuti a lungo fuori e dentro le aule giudiziarie per consentire alla loro bimba l’accesso a Stamina, un metodo di cura sperimentale, mai riconosciuto dalla medicina ufficiale, con le cellule staminali.

“Speriamo – dicono i coniugi Sciarretta – che da questo processo arrivino le giuste risposte anche da chi, contro la legge, ha violato irrimediabilmente il diritto e la libertà di nostra figlia, del caso umano”. I genitori di Noemi si appellarono al decreto legge Turco-Fazio sulle cure compassionevoli, ottenendo, dopo cinque ricorsi al giudice del lavoro, esito favorevole e con effetto immediato.

“Tali ordinanze – spiegano – obbligano gli Spedali Civili di Brescia ad attuare il trattamento, totalmente gratuito e disponibile nella struttura stessa”. E oggi precisano di aver “esclusivamente operato in base alla libertà di scelta dell’individuo e della persona umana. Non abbiamo mai sostenuto, non ci siamo mai accostati alle vicende personali di nessuno, ma abbiamo sempre agito in difesa di nostra figlia. Ci auguriamo che la legge faccia chiarezza, con rigore e trasparenza e che accerti la veridicità dei fatti”.

Noemi oggi ha due anni e mezzo e combatte ancora con la malattia neurodegenerativa. Vannoni ha chiesto di patteggiare la pena. 

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