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Cronaca Lanciano

La rassegna (Con)fusioni lascia Lanciano con una nota polemica: "La città non è pronta al diverso"

L'organizzatore Di Franescantonio ricorda le polemiche dopo l'albero di Natale del gruppo di artisti di Lignum e di altre installazioni in piazza e annuncia: "Per ora non è possibile tornare"

Dopo 10 anni, la rassegna artistica e letteraria (Con)fusioni, conclusasi ieri, lascia la città di Lanciano. E l'ideatore Luca Di Francescantonio, che è anche presidente dell'associazione culturale Arena7, che organizza l'evento con il patrocinio del Comune, si lascia andare a considerazioni con venature amare e polemiche. 

Sono passati dieci anni da quando nacque l'idea di dare a Lanciano un festival di arte contemporanea partendo dalle generazioni più giovani, per creare dialogo e interazione tra sconosciuti: molti ragazzi artisti, provenienti da ogni parte d’Abruzzo, si sono incontrati durante queste dieci edizioni e allo stesso tempo il pubblico si è avvicinato ad un qualcosa di mai visto prima. Abbiamo dimostrato di poter fare qualcosa di nuovo. Ma gli anni sono passati anche con difficoltà, sostenere con l'associazione Arena7 tutto questo non ha è stato facile. A Lanciano esistono manifestazioni e identità più radicate e più accolte ed è per questo che credo sia difficile ricevere fondi per un evento in più, oltre la difficoltà di inserire qualcosa di dedicato al contemporaneo. 

Sebbene ci siano stati molti visitatori venuti anche da fuori e ci sia una buona parte di assetati curiosi di cultura alternativa non credo che il "contemporaneo" sia accettato da buona parte della città: ne sono stati esempi le installazioni in piazza delle passate edizioni e l'albero di Natale del gruppo di artisti di Lignum, per una certa parte di Lanciano non ben accolto. Quindi, Lanciano sarebbe pronta al Contemporaneo? Credo proprio di no. Per certi versi una parte di lei non ama il diverso. Per certi versi ci sono paradossi di difesa ma non c'è tolleranza per la bellezza del "diverso".

(Con)Fusioni conclude il suo tragitto di dieci anni qui, riflettendo o pensando ad altro, dopo anni di lavoro duro. Se mai dovesse ritornare, dovrebbe farlo con la sicurezza di fondi accompagnati da un progetto comune tra commercianti e Comune, per creare un evento di cultura e turismo di attrazione mai visto prima qui in città. E dovrebbe essere accolto da tutta la cittadina, con un'ottica di visione futura di marketing culturale che dovrebbe essere propria e senza bandiere. Ma credo che per ora non sarà possibile. L'unica politica che conta è quella del visionario concreto, per me. Ma credo che per ora ci siano solo scenari virtuali da social. Grazie (Con)Fusioni, per tutta la creatività concreta e rivoluzionaria che hai portato in questi dieci anni. Grazie anche a voi, "diversi" ma attenti”.

La rassegna, si diceva, si è conclusa ieri con il (Con)fusioni Club Foyer, la mostra fotografica alternativa sull'incompiuto e sulla ricerca, curata da Michela Piccoli e Angelo Bucci, accompagnata da incontri, salotti, reading e occasioni d'arte.

Tante le iniziative che dal 7 maggio si sono tenute al foyer del teatro Fenaroli e che hanno visto la partecipazione dei seguenti autori in esposizione: Sandra Lazzarini, Giovanna Eliantonio, Francesca De Chirico, Antony Stone, Valentina De Santis, Giancarlo Bomba, Valeria Ranalli, Andrea Gagliardi, Alessia Morellini, Francesco Marini, Pier Costantini, Sitri, Alberta Aureli, Luana Rigolli, Serena Cutilli, Lara Zibret, Antonio Rochira, Mara Patricelli, Flavia Rossi, Angelo Presenza e Sofia Bucci.

Sono stati presentati i libri “D’Amore e Baccalà” di Alessio Romano,  “Così nello sfavillio di un momento" di Flavia Rossi, “Album di Famiglia - avventura di un fotografo” di Enzo Francesco Testa, “Confessioni di uno zero” di Giovanni Di Iacovo, "Caffè letterario (L'idea dell' amore)" di Antonio Lera e "Il tempo degli ultimi corsari" di Luca Romani. Molto apprezzati il workshop “Corso di sviluppo digitale” di Giancarlo Bomba e il seminario di fotografia instantanea a cura di Antony Stone.

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