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Cronaca

Comitato in difesa della Provincia: assemblea pubblica il 13 novembre

Vignali: "Un atto di responsabilità della politica può salvare l'Italia e Chieti - Pescara da una guerra di campanile senza frontiere"‏

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Ieri sera si è svolta presso la sala del Consiglio Comunale di Chieti in Corso Marrucino nel palazzo "Ex - Upim", la riunione del Comitato in difesa della Provincia di Cheti e di Chieti capoluogo.

Nella assise civica, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale Michetti, del Consigliere Comunale Enrico Bucci, del Presidente della consulta delle associazioni cittadine Cinzia Di Vincenzo e di tanti professionisti ed esponenti del mondo economico e sociale teatino, si è parlato della sede del Comitato che si sta aprendo simbolicamente in via Asinio Herio, dove sorgeva il "Foro" dell'antica Teate, che vuol rappresentare un punto di riferimento e di raduno per la cittadinanza interessata ad esporre le proprie proposte e a partecipare attivamente al benessere della comunità teatina e per rendere il Comitato una piattaforma ed un interlocutore politico stabile al di fuori di sigle e partiti, al fine di tutelare gli interessi della città, troppo spesso ultimamente sacrificati dalle logiche di potere e di partito, che hanno ridotto Chieti a "terra di conquista", in cui i "poteri forti" la fanno da padrone, con la complicità e l'inoperosità del malgoverno cittadino almeno degli ultimi dieci anni, che ha avvallato ogni scellerato scippo o drenaggio di risorse economiche di Chieti, che con l'eventuale perdita dello status di capoluogo, rischia di trasformarsi in una città fantasma.

Nella riunione è montata la già alta indignazione verso la classe politica chietina ed abruzzese fino ai più alti livelli, incapace di tutelare gli interessi della collettività,che a causa della sua inoperosità, ha portato a sacrificare e penalizzare gli interessi di tutta una comunità ( quella teatina ), che ha tutti i diritti sanciti dalla legge di restare capoluogo della sua provincia.

Ma, purtroppo, sia al Cal, che al Consiglio Regionale, hanno prevalso i campanilismi e gli interessi di casta, contrari a quelli della collettività, così si è inscenato il teatrino dei saltimbanchi e voltagabbana della politica nostrana, che hanno recitato un copione già scritto, facendo finta di tutelare gli interessi della collettività della nostra Provincia, che aveva, ed ha tutti i requisiti per sopravvivere senza arrecare alcuno svantaggio ne alla città di Pescara, che può benissimo accorparsi con Teramo, ne alla stessa Teramo, che, priva di alcun requisito di legge,è comunque ad una distanza ragionevole da Pescara per poter conservare in una eventuale provincia gran parte dei suoi uffici.

Invece, la Regione, per tutelare gli interessi demagogici ed elettoralistici del suo Governatore, ha deciso di fatto di non decidere, lavandosi le mani come Ponzio Pilato, senza che i nostri rappresentanti in Consiglio e in Giunta Regionale si opponessero seriamente, mortificando ancora una volta, con un provvedimento che sembra oltre modo punitivo, i diritti legittimi di Chieti, dei teatini e di tutta la sua Provincia.

A tal proposito, è emerso durante questa riunione del Comitato che, secondo voci di corridoio, siamo andati molto vicini ad ottenere dal Governo le tre province in Abruzzo, sia grazie alla proposta presentata dal Presidente della Provincia e dal Sindaco di Chieti al Ministro Cancellieri, sia grazie ai buoni uffici svolti dal nostro Prefetto con il Ministro Griffi. Ma quello che è mancato è proprio il voto della Regione che, invece di coprirsi di ridicolo,annunciando ricorsi campati in aria, che vengono ritenuti inattuabili anche dai suoi stessi rappresentanti, avrebbe dovuto semplicemente applicare la legge come è avvenuto in altre regioni, salvaguardando l'autonomia di L'Aquila e Chieti che hanno i requisiti e facendo accorpare Pescara con Teramo prive di requisiti.

Invece, questo non è avvenuto, con la colposa responsabilità della politica locale, così il Governo si è trovato a decidere tenendo conto della proposta a due provincie AQ - TE e PE - CH, mal partorita dal Cal che ha ottenuto appena 8 voti su 20, causando un grave danno all'Abruzzo dal punto di vista soprattutto economico, poiché a fronte di un risparmio pressoché inesistente che deriverà dall'accorpamento delle Province, subirà una grave perdita di risorse economiche e di servizi che penalizzeranno ulteriormente i cittadini, che sono già stremati dalle tasse del Governo Monti.

Sulle responsabilità politiche di quanto avvenuto in Consiglio Regionale, dovrà essere informata la popolazione, perciò, proprio a tal fine, verrà organizzata dal Comitato una assemblea civica martedì 13 novembre a Chieti presso il "Supercinema" di Via Spaventa alle 17:00, in cui i cittadini potranno dire la loro su eventuali proposte per il futuro della città e in cui si parlerà della grande manifestazione che si dovrebbe tenere entro questo mese a Roma con tutte le rappresentanze delle Province "trombate"; tutto ciò per tutelare con forza il nostro diritto alla sopravvivenza, e ribadire il dissenso verso il Governo Monti che ha deciso in maniera scellerata prima di prosciugare le tasche dei contribuenti sacrificando il bene comune alle esigenze di bilancio dell'alta finanza e delle banche, poi di dichiarare guerra alle province, per immolare, sull'altare dell'oligarchia finanziaria internazionale, le millenarie ricchezza naturali ed immobiliari dei nostri territori; il Governo avrebbe fatto meglio semmai ad abolire tutte le Province, invece di portare il Paese sull'orlo di una Rivoluzione.

A tal proposito, in attesa del voto parlamentare che speriamo potrebbe "fare giustizia", salvando l'autonomia della Provincia di Chieti o per lo meno abolire o modificare il Comma 4 bis che prevede che sia capoluogo in caso di accorpamento il Comune già capoluogo con più popolazione residente, che sta creando seri problemi in tutta Italia fra diverse città, auspico in ogni caso che, con un atto di responsabilità, la politica regionale faccia un passo indietro, facendo prevalere il buonsenso alle logiche di parte e di campanile, favorendo un compromesso fra Chieti e Pescara, che in caso di inevitabile accorpamento, possano conservare entrambe lo status di Capoluogo, dividendosi equamente le funzioni e gli uffici, per non penalizzare nessuno dei due territori come sta avvenendo ad esempio tra Como e Varese.

Infine, annuncio pubblicamente, che ho fatto presentare un' azione parlamentare dall'Onorevole Domenico Scilipoti, oppositore del Governo Monti, (noto alle cronache nazionali per la sua lotta contro l'oligarchia delle banche, contro Equitalia e il signoraggio monetario) in difesa dell'autonomia della Provincia di Chieti, o comunque tesa ad abolire il Comma 4 bis, tutelando il territorio teatino, senza penalizzare ne mortificare in nessun modo quello pescarese, al fine di evitare che si ripeta il teatrino delle false promesse dei politici locali che appoggiano Monti nel caso in cui il governo ponga la fiducia al decreto legge.

 

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