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Cronaca

Università: Codici si rivolge alla procura contro l'assunzione di Del Vecchio

L'associazione chiede alla procura di Chieti e alla Corte dei conti di verificare se il direttore generale della D'Annunzio sapesse di essere indagato quando ha dichiarato il contrario per partecipare alla selezione

L’associazione pescarese Codici ha presentato un esposto alla procura teatina e alla Corte dei Conti per accertare la regolarità dell’assunzione di Filippo Del Vecchio a direttore generale della D’Annunzio. Un incarico che risale ad un anno fa, il 14 febbraio, e che oggi pone forti interrogativi. I magistrati hanno assicurato di approfondire la questione, che a Giovanni D’Andrea e Domenico Pettinari di Codici appare, se non irregolare, almeno nebulosa.

Il percorso di Del Vecchio verso il posto da direttore generale inizia il 3 ottobre del 2011, quando viene indetta una procedura per trovare un candidato che potesse ricoprire quel ruolo. Del Vecchio presenta regolare domanda, dichiarando di non aver riportato condanne e di non avere procedimenti penali in corso. Il 3 febbraio 2012 ribadisce di non avere a suo carico procedimenti penali o nella fase delle indagini in corso.

Secondo Codici, però, l’attuale direttore generale era indagato dalla procura dell’Aquila per l’inchiesta sulla ex Optimes, per fatti accaduti quando ricopriva lo stesso ruolo nell’ateneo aquilano. Il 14 febbraio Del Vecchio firmava il contratto con la D’Annunzio e pochi giorni dopo, il 21, la procura dell’Aquila lo indagava come iscritto nel registro degli indagati.

Nodo della questione sono le date: se Del Vecchio sapeva delle indagini a suo carico, avrebbe dichiarato il falso in una selezione pubblica. Per questo Codici chiede di accertare “l’effettiva conoscenze del dottor Del Vecchio della sua qualità di indagato prima delle dichiarazioni”. Bisogna capire, dunque, se davvero il direttore generale abbia agito in buona fede, ignorando che i carabinieri stavano approfondendo su di lui.

Per quel che riguarda l’università D’Annunzio, Codici pone l’attenzione anche su una graduatoria per la progessione verticale di alcuni dipendenti che “desta forti preoccupazioni e sospetti”. Secondo Pettinari “sembrerebbe una graduatoria scaduta e ripescata in maniera poco regolare”. Una parte del personale interno, dunque, sarebbe avanzato di livello senza che ce ne fosse bisogno e senza accertamento delle competenze. 

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