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Cronaca

"Il Ciapi non chiuderà", ma i sindacati suonano la sveglia alla politica

Dopo le dimissioni del commissario straordinario Pino Mauro gli assessori regionali Gatti e Febbo promettono un incontro anche con l'economista per trovare obiettivi al futuro dell'ente di formazione. Ma i sindacati invitano ad una rivisitazione organizzativa per non perdere il valore strategico

Nessun rischio chiusura per il Ciapi, l’ente di formazione partecipato per il 98 per cento dalla Regione. La rassicurazione arriva dagli assessori Paolo Gatti e Mauro Febbo dopo le dimissioni del commissario straordinario Pino Mauro.

Ieri mattina (lunedì 20 gennaio) in Regione hanno incontrato il direttore generale Paolo Cacciagrano e i sindacati. “Resta aperto ancora un margine di miglioramento e per questo la settimana prossima sarà organizzato un incontro per discuterne anche con Pino Mauro”, garantiscono. “C’è la massima disponibilità nel cercare una soluzione alla vicenda che salvaguardi i 35 lavoratori, escludendo la chiusura della struttura”. Un nuovo incontro dovrebbe fissare gli obiettivi per il futuro dell’ente, vessato da debiti per oltre 2 milioni di euro, da una cassa integrazione che dura dal 2011 e da quote associative non pagate dal 2010. Tanto che nei primi giorni dell’anno i dipendenti hanno nominato un legale di fiducia.

Ma i sindacati si fidano poco delle promesse e suonano la sveglia alla politica, considerato anche il fatto che la legge finanziaria regioanle non ha stanziato neppure un euro per la formazione professionale, nonostante il riconoscimento del suo valore strategico.

Pino Mauro, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, ha elaborato un piano industriale da cui l’ente poteva ripartire, ma la Regione non se ne è curata, nonostante il Ciapi sia controllato per il 98 per cento dalla Regione Abruzzo. “Attraverso una rivisitazione organizzativa e un ridimensionamento, prevedendo anche notevoli sacrifici per i lavoratori, l’ente potrebbe fungere da Centro servizi per la formazione regionale”, sollecitano Sandro Giovanruscio (Fp Cgil), Vincenzo Traniello (Fp Cisl), Antonio Cardo (Fpl Uil), Piero Permatteo (Confsal).

 “Constatiamo – denunciano – che non c’è alcuna volontà politica di rilanciare il Ciapi né di riorganizzarlo per trasformarlo in un centro per l’impiego dove poter coniugare le esigenze della scuola secondaria e dell’università con il mondo del lavoro e delle imprese”. I sindacalisti invitano la Regione a “scelte coerenti in sintonia con gli obiettivi di sviluppo economico del territorio”.

“Il Ciapi – dicono - è uno spazio strategico da poter sviluppare attraverso la sua riconversione”.

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