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Cronaca Treglio

Le centrali a biomasse hanno avvelenato i cittadini di Treglio: due condanne

Antonio Vedere, 45 anni, amministratore della Gestione Calore Treglio, 8 mesi di arresto, sosituiti con 60mila euro di multa. Sei mesi di arresto, sostituiti con 40mila euro, per ad Enrico Vecere, 71 anni, di Lanciano, della Sansifici Vecere

Condannati in primo grado per irregolarità nella centrale a biomasse della società Gct (Gestione calore Treglio) e dell'attiguo Sansifico Vecere, sequestrati il 22 gennaio di due anni fa. In particolare il giudice Andrea Belli ha condannato Antonio Vecere, 45 anni, di Lanciano, amministratore della Gestione Calore Treglio, alla pena di 8 mesi di arresto, sosituiti con 60mila euro di multa. Sei mesi di arresto, sostituiti con 40mila euro, comminati ad Enrico Vecere, 71 anni, di Lanciano, della Sansifici Vecere. Il pm Delfina Conventi aveva chiesto per entrambi una condanna a 18 mesi. 

I Vecere sono stati riconosciuti colpevoli di inquinamento atmosferico, con emissione di monossido di carbonio il triplo dei quantitativi autorizzati; per aver bruciato biomasse non conformi alle leggi riguardo al loro utilizzo; per aver bruciato materiale diverso rispetto a quello autorizzato dalla Regione: difforme per umidità consentita e rispetto al progetto presentato; per illecito smaltimento delle ceneri riguardo alla Gct.

L'inchiesta era partita da una denuncia del movimento Nuovo Senso Civico. A seguito di superperizie, per cui la procura ha tirato in ballo consulenti come Mauro Sanna, Nazzareno Santilli e Roberto Monguzzi che si sono occupati anche dell'Ilva di Taranto, l'allora procuratore di Lanciano, Francesco Menditto, chiese e ottenne il sequestro dei due impianti, situati alle porte del centro abitato di Treglio.

Numerose le parti civili costituite: il Comune di Treglio, Nuovo Senso Civico e 45 cittadini che hanno chiesto danni da 25 a 50mila euro ciascuno. Il giudice però, dopo aver condannato i Vecere, ha disposto che i risarcimenti dovranno essere quantificati in sede civile “per la grave compromissione dello stile di vita di cittadini che hanno dovuto far fronte alle molestie arrecate dagli impianti”. Residenti “avvelenati” dai fumi e da una situazione di disagio che evidenziavano da anni.

La battaglia dei cittadini di Treglio e del sindaco Massimiliano Berghella era iniziata diverso tempo fa, andata avanti con sit-in, manifestazioni, petizioni con migliaia di firme, ricorsi, perizie. "E' stata una lunga battaglia - commenta il primo cittadino, che era presente in tribunale - ma ce l'abbiamo fatta. Si tratta di una bella vittoria per Treglio e tutta la comunità”.

“Abbiamo avuto sempre fiducia nella magistratura – aggiunge – e quest'amministrazione si è battuta e si sta battendo in ogni modo per avere giustizia e per la tutela dei suoi cittadini e di quelli dell'intero comprensorio. Non è nostra intenzione far chiudere le aziende, ma è necessario che le aziende si adeguino alle leggi, nel rispetto della salute e dell'ambiente, in sostanza del bene comune”.

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