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Cronaca

Chieti in rotta con la d'Annunzio, Di Primio minaccia di ricorrere alle vie legali

Il sindaco incontrerà venerdì il rettore, ma questi ha già firmato il decreto di nomina del nuovo Cda e viene tacciato di "scorrettezza istituzionale", per non aver aspettato un confronto dal vivo

Si fa sempre più nero il caso delle nomine "filopescaresi" al consiglio di amministrazione dell'università d'Annunzio. Ieri, ultimo in ordine di tempo, il comitato cittadino per la De Meis aveva espresso il suo disappunto, anche alla luce del progetto della cittadella della cultura nella villa comunale, in cui è coinvolto anche l'ateneo. Oggi torna alla carica il sindaco di Chieti Umberto Di Primio: "Il rettore, attraverso i suoi uffici, deve arrivare a un riequilibrio della situazione. In caso contrario, non escludo di utilizzare anche strumenti giudiziari per verificare la legittimità degli atti adottati". 

Dichiarazioni pesantissime, che danno l'idea degli umori cupi che si respirano sul Colle, proprio nel giorno in cui si sarebbero dovuti incontrare il primo cittadino e il rettore Carmine Di Ilio, e dello strappo grave della città con l'ateneo. Il magnifico è impegnato in un convegno a Torino già programmato da tempo e rientrerà in Abruzzo soltanto domani notte (giovedì 20 ottobre). Venerdì mattina (21 ottobre), finalmente, i due potranno incontrarsi e chiarire la vicenda. Tuttavia, il dado è ormai tratto.

Sull'albo pretorio dell'ateneo, infatti, è stato pubblicato il decreto di nomina dei nuovi consiglieri di amministrazione che dovrebbero entrare in carica già dal mese prossimo. Un atto protocollato lunedì (17 settembre), che ha generato ulteriori polemiche, perché percepito come una chiusura definitiva e irreversibile del rettore, anche se, a onor del vero, lo statuto di ateneo prevede che sia soltanto lui a decidere le nomine, tra una rosa di nomi proposti dal Senato Accademico. "Non posso nascondere il mio dispiacere - commenta Di Primio - per la già avvenuta sottoscrizione del decreto di nomina del Cda dell’università d’Annunzio”. 

"Ribadisco ancora una volta quanto già detto in questi giorni: non è mia intenzione entrare in attività di non mia competenza e non è mio proposito condizionare le scelte di alcuno - aggiunge - ma mi sembra assurdo, oltre che una scorrettezza istituzionale, che su un tema così importante, come quello della nomina del consiglio di amministrazione, dove è evidente l’errore commesso dall’università, che non vi sia stata la sensibilità di attendere un confronto". 

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