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Cronaca

Morosini: la morte è stata causata da una malattia genetica

E' stata la cardiomiopatia aritmiogena a stroncare la vita del calciatore lo scorso 14 aprile: a dirlo la perizia del professor D'Ovidio, medico legale all'Università di Chieti

E’ stata la cardiomiopatia aritmiogena a stroncare la vita di Piermario Morosini lo scorso 14 aprile durante Pescara-Livorno. Lo dice la perizia chiesta dalla Procura di Pescara e stilata da Cristian D'Ovidio, medico legale all'Università di Chieti: si tratta di una malattia di probabile origine genetica che produce aritmie ventricolari e quindi arresto cardiaco.

L'autopsia e le successive analisi genetiche hanno chiarito l'origine di quella cicatrice visibile sul cuore del 26enne centrocampista del Livorno e che in un primo tempo aveva fatto pensare ad una miocardite.

La cardiomiopatia aritmiogena è considerata la causa più frequente di arresto cardiaco negli sportivi di alto livello.

Secondo quanto si è potuto sapere nelle 250 pagine della relazione scritta dal professor D'Ovidio, gli effetti della malformazione erano in fase iniziale. Lo  conferma anche il perito della famiglia Morosini, la dottoressa Cristina Basso.

Quando Morosini quel sabato venne soccorso allo stadio Adriatico non venne usato il defibrillatore. Il quesito posto dai pm a D'Ovidio era se il ragazzo poteva essere salvato. Al momento non risultano ancora iscritti sul registro degli indagati tra medici, paramedici e altri che si affaccendarono nei momenti del malore del giocatore attorno al corpo. Pare non sia indagato neanche il vigile urbano che con un parcheggio improprio di una vettura di servizio bloccò per qualche minuto un'ambulanza.

Il defibrillatore era accanto al corpo accasciato di Morosini ed è rimasto inutilizzato.

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