Operazione "Chiavetta Magica", chiesto il giudizio per 18 persone
L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla clonazione di sistemi di pagamento elettronico. Al vaglio la posizione di altri 130 indagati
L'avevano ribattezzata "Operazione Chiavetta Magica", in quanto i Carabinieri di Termoli (con la collaborazione dei colleghi di varie compagnie, tra cui quella di Lanciano) erano riusciti a scoprire un giro di chiavette clonate per il pagamento dei distributori di bevande e snack che venivano utilizzate in vari stabilimenti Fiat, compresa la Sevel di Atessa.
Ora il procuratore capo di Larino, Ludovico Vaccaro, ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone. L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla clonazione di sistemi di pagamento elettronico.
Secondo la ricostruzione, gli operai pagavano 5 euro all'organizzazione che clonava le chiavette e consumavano 15 euro di snack e bevande nei distributori automatici situati alla Sevel, nonchè in altri stabilimenti Fiat del sud Italia, per un giro d'affari superiore ai 300.000 euro. Si trattava di una vera e propria truffa, in quanto i gestori delle macchinette non guadagnavano assolutamente nulla da tutta questa manovra.
Gli indagati sono finora 130, e anche chi ha semplicemente fatto uso delle chiavette clonate rischia di finire sotto processo. Questa posizione, tuttavia, verrà vagliata dagli inquirenti in un secondo momento.