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Cronaca

Ventisette anni fa gli arresti eccellenti che decapitarono la giunta comunale teatina

Anche oggi l'associazione Chieti nuova 3 febbraio, nata pochi giorni dopo quegli eventi, promuove il ricordo di ciò che accadde

La memoria dura meno di 27 anni. Almeno a Chieti, dove in pochissimi ricordano in questi giorni ciò che accadde il 2 febbraio 1993. Un anno dopo la "Tangentopoli" nazionale, anche la nostra città ebbe la sua dose di manette eccellenti e indignazione. A Chieti arrivarono taccuini e telecamere da tutta Italia quando la giunta Dc del sindaco Andrea Buracchio fu decapitata dagli arresti. 

Lui, Buracchio, era salito alla ribalta nazionale per essere il primo cittadino più giovane dello Stivale. Ci tornò anche quel febbraio quando, nel giorno di San Valentino, anche lui venne portato nel carcere di Madonna del Freddo, dove già erano stati condotti cinque assessori e diversi tecnici comunali per "concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio".

Le dichiarazioni dell'imprenditore teatino Nicola Serano fecero emergere il vaso di Pandora della Tangentopoli teatina: tangenti, raccomandazioni, voto di scambio, commistione tra appalti e politica. Serano raccontò un retroscena fatto di "mazzette" nella costruzione della scuola elementare di Selvaiezzi, nel quartiere San Martino, poi terminata e oggi regolarmente operativa. 

La città insorse: bollicine stappate davanti al carcere, scritte sui muri, interventi nelle tv nazionali, petizioni, applausi. Ventisei anni dopo, quattro mesi prima di nuove elezioni, pochi ricordano quel che accadde. 

Lo ha fatto, come ogni anno, l'associazione "Chieti nuova 3 febbraio", nata proprio all'indomani dei primi arresti nata "Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993". 

Le basi per la nascita dell'associazione vennero poste l'8 febbraio, quando cinque amici si incontrarono per confrontarsi e decidere cosa fare. Come ricorda Chieti nuova 3 febbraio: 

Si chiedono: vogliamo essere indifferenti, ignoranti, immemori o consapevoli, responsabili, con la voglia di rimboccarci le maniche, evitando le inutili lamentazioni e il pretestuoso vittimismo e canalizzando l’indignazione verso scelte, progetti e azioni concrete?

Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta – sottoscritta da circa 2.000 persone - che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Si costruisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei giorni successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme. Il 14 febbraio, nella notte di San Valentino, viene arrestato anche il Sindaco.

Il 4 marzo ci fu la scoperta in Comune dell’Archivio delle raccomandazioni, con l’elenco dettagliato dei raccomandati (schede con i dati delle persone che il Sindaco assisteva, da chi partiva la raccomandazione…). Il Consiglio Comunale si sciolse e furono indette nuove elezioni.

A luglio, il comitato si sciolse e, dalle sue ceneri, nacque l'associazione che ancora oggi opera affinché "simili fatti non accadano più. Noi tenacemente continuiamo il nostro lavoro, pur nelle difficoltà del percorso. Ne valeva la pena. Ne vale la pena".

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