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Cronaca

Un anno dopo Rigopiano, un documentario dà voce a vittime e soccorritori

"Rigopiano - Voci dal cielo", di Marco Visalberghi, prodotto da DocLab per Discovery Italia, ricostruisce senza retorica quanto accaduto il 18 gennaio di un anno fa

I ricordi dei sopravvissuti e dei soccorritori, le testimonianze dei familiari delle vittime e di coloro che, invece, sono riusciti ad abbracciare i loro cari, le immagini dell'Abruzzo di un anno fa, stretto nella morsa di una nevicata eccezionale, ferito da una delle tragedie più grandi della storia di questo Paese. C'è tutto questo in Rigopiano: Voci dal gelo, il documentario di Marco Visalberghi, prodotto da DocLab per Discovery Italia, andato in onda ieri sera su Canale Nove, a qualche giorno dalle commemorazioni per il primo anniversario, che ricorre giovedì 18 gennaio. 

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Una testimonianza preziosa e completa dedicata, come si legge nei titoli di coda, alle 29 vittime della valanga, ai superstiti, ai loro familiari, ai soccorritori. Un racconto lucido e mai retorico, che ripercorre l'inferno di Rigopiano dal punto di vista dei vari protagonisti. I sopravvissuti, come Giampaolo Matrone o Giorgia Galassi, rimasti quasi 3 giorni in una prigione di neve, travi e tronchi d'albero, o Fabio Salzetta, manutentore dell'hotel, primo superstite insieme al cuoco Giampiero Parete, che per cinque giorni ha aiutato i vigili del fuoco a individuare i punti in cui scavare. I soccorritori, dal soccorso alpino ai vigilik del fuoco, eroi silenziosi in grado di affrontare una sfida più grande delle loro possibilità, eppure vinta in parte. I familiari, annientati dal dolore di una notizia orribile, in qualche caso appresa tramite la televisione. E Quintino Marcella, il ristoratore a cui va il merito di aver lanciato l'allarme, pur inascoltato e frainteso per diverse ore.

Il documentario racconta Rigopiano con uno sguardo a tutto tondo, dai video e gli audio inviati dalle vittime ai propri cari, per raccontare la magnificenza del posto e lo stupore di fronte alla nevicata record, alle storie personali di ciascuno. E ricostruisce tutto ciò che è accaduto, dal 18 gennaio 2017: la gioia per le persone trovate vive e lo sconforto di chi, invece, ha perso i propri cari. 

Sul fronte penale, le indagini vanno avanti: dopo i 23 avvisi di garanzia dello scorso autunno, due dirigenti pubblici sono stati segnalati alla procura per omissione di atti d'uffcio. La magistratura pescarese dovrà accertare se l'hotel potesse stare in quel punto e, soprattutto, le responsabilità di quel giorno, dagli allarmi inascoltati al ritardo dei soccorsi. 

Tra le 29 vittime di Rigopiano, sei erano della provincia di Chieti: i coniugi Dino Di Michelangelo e Marina Serraiocco, teatini residenti a Osimo (Ancona); Silvana Angelucci e Luciano Caporale, di Castel Frentano; la vastese Jessica Tinari, arrivata a Rigopiano con il fidanzato Marco Tanda, anche lui scomparso; Ilaria Di Biase di Archi, cuoca dell'albergo. Si salvò miracolosamente Samuel Di Michelangelo, 7 anni, figlio di Dino e Marina: i soccorritori lo recuperarono nella sala del biliardo, rimasta intatta, insieme ad altri due bambini. 

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