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Cronaca

L'ultimo saluto ad Anna Rita Del Ponte con le note di John Lennon

Oggi nella chiesa del Tricalle il funerale della donna morta per le ferite riportate nell'esplosione della sua villetta. Una tragedia che ha sconvolto l'intera città, stretta intorno alla figlia Federica, rimasta illesa

È il giorno del silenzio e del dolore a Chieti, una città ammutolita di fronte ad un incidente su cui non c’è ancora nessuna certezza.

E per l’ultimo saluto ad Anna Rita Del Ponte, 56 anni, vittima dell’esplosione della sua villa a San Salvatore, oggi pomeriggio (lunedì 25 novembre) la chiesa di San Francesco Caracciolo, al Tricalle, non aveva abbastanza banchi

Oltre alla figlia Federica, 29 anni, sopravvissuta alla tragedia, c’erano i familiari, i conoscenti, il sindaco, avvocati e dipendenti del palazzo di giustizia, visto che la donna era la storica segretaria dello studio legale Rocchetti.

La cerimonia celebrata dal parroco don Panfilo Argentieri è iniziata puntuale alle 16 ed è terminata alle 17, quando la bara è stata portata sul sagrato della chiesa sotto i primi, quasi impercettibili, fiocchi di neve della stagione.

Durante la cerimonia il parroco ha ricordato “una donna intelligente, che sapeva unire sensibilità, fermezza e dolcezza, che sapeva relazionarsi con gli altri e amava il suo lavoro”.

Unica priorità rispetto alla professione era la famiglia: il marito Urbano, scomparso due anni fa, e la figlia Federica, a cui Anna Rita Del Ponte era stretta da un legame indissolubile. E proprio la giovane ha voluto ricordare la madre con una lettera coraggiosa e piena di affetto:

“Ciao Mami, venerdì sera ti ho dato la buonanotte come ogni sera. E ora mi ritrovo qua a scriverti sperando che le mie parole e il mio amore arrivino fin lassù. Ho il cuore a pezzi, mami. La mia vita sembra essersi fermata nel momento esatto in cui lo scoppio mi ha svegliata. Chiudevo gli occhi, li riaprivo, li chiudevo di nuovo e li riaprivo ancora, sperando che stessi vivendo un incubo. Urlavo con tutte me stessa il tuo nome e mi chiedo ancora se tu mi abbia sentito. Ora sono qui, a chiedermi il perché. E non riesco a trovare né una spiegazione né una ragione per andare avanti. Lo sai, ieri sera Linda mi ha lavato i capelli. E mentre lei mi accarezzava la testa mi è tornata in mente quella canzone, la nostra canzone: me la cantavi da bambina, quando mi svegliavo da un brutto incubo. Te la ricordi? Faceva più o meno così: tu sei per me la più bella del mondo e un amore profondo mi lega te. Ho desiderato con tutto il cuore che ieri sera me la cantassi e mi stringessi forte a te. Oggi nei miei occhi c’è solo l’immagine di quella catastrofe: di te sotto le macerie e nelle mie orecchie rimbomba il suono orribile di quello scoppio. Non lasciarmi sola, mami: dammi un segno, ti chiedo solo un piccolo segno. E ti prometto che ce la metterò tutta a rialzarmi. Mi farò aiutare, come tu avresti voluto. E ricostruirò la nostra casa partendo da noi: io, te, papà e l’amore grande della mia vita, Emiliano. Perché niente e nessuno riuscirà mai a spezzare il nostro cerchio. Ti amo dal profondo del mio cuore e l’unica immagine che mi rasserena un pochino il cuore è quella di te e papà, abbracciati, in un’immensa prateria, circondati da mille cavalli. Ciao mammina”.

A chiudere la celebrazione le note di Imagine di John Lennon, la canzone preferita di Anna Rita Del Ponte. 

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