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Cronaca Fara San Martino

Fuochi d'artificio nel parco della Majella, insorgono gli ambientalisti: "Ennesimo rischio incendio"

La Stazione ornitologica abruzzese chiede alle autorità di vietare i festeggiamenti in programma il 26 agosto a Fara San Martino, per tutelare l'ambiente e le specie animali di una zona protetta

Nella stagione degli incendi dolosi indiscriminati, dopo settimane in cui una fetta preziosa del patrimonio boschivo e faunistico abruzzese è andato in fumo, si autorizzazioni fuochi d’artificio nel parco nazionale della Majella, davanti ai siti della Valle dell’Orfento e delle Gole di Fare San Martino. La denuncia arriva dalla Stazione ornitologica abruzzese, che denuncia: “Gli enti parco sono in totale confusione e staccati dalla realtà ambientale. I fuochi artificiali sono rischiosissimi per gli incendi e spaventano animali rarissimi già stressati”. 

Il riferimento è a due distinti eventi in programma nei prossimi giorni. Il 26 agosto, a Fare San Martino, in località Madonna dell’Uliveto, e il 29 a Caramanico Terme, in località Decontra, sono previsti fuochi artificiali. Ma le zone interessate sono Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone di protezione speciale), oltre a ospitare decine di specie e habitat tutelati a livello comunitario, molti dei quali anche prioritari.

Per questo, l’associazione ha inviato una lettera, corredata di una ricca documentazione su sugli effetti ambientali negativi dei fuochi artificiali, a tutti gli enti interessati, dal ministero ai Comuni, includendo l’ente Parco, le Prefetture di Chieti e Pescara, l’Arta, i carabinieri forestali, il Cta del Parco, il servizio Via della Regione Abruzzo. 

La Stagione ornitologica abruzzese fa leva sui pericoli dei fuochi pirotecnici, “dal rischio incendio all'inquinamento pesante provocato dalle esplosioni. L'elenco delle pubblicazioni dei ricercatori uscite su prestigiose riviste scientifiche su questo settore - spiega - è sterminato: si va dalle emissioni di diossina alle Pm 10 e Pm 2,5 fino ad arrivare a Bario, Arsenico e altre sostanze pericolose”. 

E porta ad esempio quello che è accaduto qualche settimana fa a Ripa Teatina, quando l’incendio dei fuochi artificiali ha rischiato di provocare una strage. “D'altro canto - spiegano - che i fuochi d'artificio siano a forte rischio è fatto noto, tanto che entrano nelle statistiche della Forestale”.

“Qui invece, in un Parco nazionale, in un Sito di interesse comunitario, in una Zona di protezione speciale, con decine di specie animali rarissime e protette ai massimi livelli, ormai sulla carta, dagli orsi ai camosci passando per aquile reali e lanari, si permettono i fuochi a pochi metri da aree impervie, con rocce a strapiombo per centinaia di metri su cui crescono i rarissimi, in quanto endemici, Pini neri. Sono luoghi dove, se parte qualche focolaio, è praticamente impossibile intervenire e l'incendio rischia di risalire l'intera montagna. Tra l'altro essendo fuochi notturni bisognerebbe aspettare ore e ore fino alla mattina successiva per far arrivare i mezzi aerei. La prescrizione del parco di dotarsi di autobotte è risibile per chi conosce un minimo i luoghi”.

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