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Cronaca

In Abruzzo 52mila ettari di suolo consumato, l'allarme di Coldiretti

Lettopalena e Monteodorisio hanno avuto il maggior incremento di terreno cementificato

In Abruzzo sono ben 52.125 gli ettari di suolo consumato, con l’erosione di territorio agricolo, naturale o seminaturale a beneficio di asfalto, edifici e capannoni, a causa dell’espansione di aree urbane e di insediamenti commerciali, produttivi e di servizio. Ad affermarlo è la Coldiretti Abruzzo sulla base del rapporto 2016 Ispra, secondo il quale nella nostra regione il fenomeno interessa il 4,8 per cento della superficie territoriale, ma questa percentuale sale addirittura al 60,5 per cento se si considerano gli impatti diretti e indiretti a una distanza di 200 metri.

A livello comunale, il centro con la maggior percentuale di consumo di suolo è Pescara con il 50,8% davanti a Montesilvano (33,1%) e Martinsicuro (32,9%). Se si considera, invece, chi nel periodo 2012-2015 ha avuto il maggior incremento di terreno cementificato, spicca Lettopalena con un +17,5% davanti a Monteodorisio (+14,1%) e Cerchio (+13,4%).

"Siamo dinanzi a un grave problema per l’assetto idrogeologico del territorio -  secondo Coldiretti Abruzzo - non dimentichiamo, infatti, che alla cementificazione forzata, frutto di un modello di sviluppo che oggi dimostra tutti i suoi limiti, si aggiunge il rischio dell’abbandono di quelle zone oggi curate dagli agricoltori che assicurano una costante manutenzione. Serve dunque un impegno da parte delle amministrazioni a tutti i livelli per difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali spesso ricadenti nelle aree protette, con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola ma anche affrontando quei problemi annosi, come i danni causati dagli animali selvatici, che danneggiano le attività economiche“.

Il primo via libera al disegno di legge sul "Contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato" alla Camera dimostra – conclude Coldiretti Abruzzo - che vi è la necessità di un intervento normativo anche su base regionale, se si considera che l’Abruzzo ha una percentuale di comuni a rischio idrogeologico pari al 90 %.

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