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Salute Lanciano

Salute mentale e diritti di cittadinanza: un incontro a Lanciano

Il convegno è organizzato dall'associazione Altri Orizzonti Odv, che tutela i diritti delle famiglie che soffrono il disagio psichico

Mercoledì 4 dicembre, alle ore 9.30, al Polo museale Santo Spirito di Lanciano, c'è un convegno sulla salute mentale e i diritti di cittadinanza, a cura dell'associazione Altri Orizzonti Odv. 

Intervengono Giovina Nasuti, Gianni Carusi, Luigi Benevelli, Alessandro Sirolli, Simona Presenza. Modera Maria Rosaria La Morgia

Da quasi 20 anni, l'associazione tutela i diritti delle famiglie che soffrono il disagio psichico attraverso due valori cardine attorno ai quali ruotano tutte le iniziative di Altri Orizzonti: la solidarietà e l'integrazione. Quest'anno, l'incontro si focalizzerà sulla ricerca delle risposte che servono per capire in che modo il disagio psichico si intreccia nella società contemporanea. Per affrontare il tema, è necessario capire come la cura del disagio psichico si è evoluta negli anni in Italia. 

Sono passati ormai 41 anni dalla "rivoluzione Basaglia", conclusasi nel '78 con l'approvazione della legge 180, una pietra miliare per l’affermazione dell’uguaglianza delle persone con disturbo mentale oggi considerate come cittadini e non come un qualcosa da nascondere, riconoscendo loro il diritto alla salute e a ricevere cure adeguate. 

La 180 è la prima legge al mondo che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo servizi di igiene mentale pubblici, ma soprattutto realizzando nuove pratiche sui principi del dialogo, rispetto e dignità. Si supera finalmente l’impostazione incentrata esclusivamente sulla malattia, instaurando rapporti umani rinnovati con persone e società, riconoscendo i diritti e garantendo una vita dignitosa alla stregua dei cosiddetti "neurotipici".

Giunti all'apice di questa rivoluzione, purtroppo, abbiamo assistito a un lungo, ma costante declino di dialogo e di innovazione nel campo della salute mentale. Salvo poche eccezioni che hanno continuato a seguire, applicare e innovare la visione basagliana, l'intero Paese ha perso la preziosa occasione di mettere a punto e coltivare quelle buone pratiche che avrebbero portato di fatto alla totale eliminazione di pregiudizi, paure ataviche ed emarginazione sociale. La situazione, quindi, è sempre stata precaria, ma le problematiche sono diventate sempre più evidenti e tendenzialmente gravi negli ultimi anni. Il sistema pubblico è al collasso e a farne le spese è ovviamente la sanità. I continui tagli subiti dal settore hanno messo in evidenza la forte carenza di servizi e di assistenza, provocando di fatto situazioni di forte disagio personale e sociale. Ecco perché ad oggi la 180 risulta nella pratica una legge incompiuta, laddove mancando i servizi sul territorio si assiste di fatto a un abbandono della persona e delle famiglie. 

La mancata implementazione e attivazione idonea delle buone pratiche necessarie in maniera capillare, in ogni singolo territorio, intese nella costruzione e valorizzazione della rete tra istituzioni, associazioni e cittadini, non permette quindi il raggiungimento di un'adeguata cura al "malato". Non solo, si pone così un freno all’integrazione sociale di chi vive una condizione di sofferenza, minoranza e marginalità. 

Occorre, quindi, tornare a solcare il sentiero tracciato da Franco Basaglia e costruire dal basso, senza distinzioni e barriere tra le persone, un confronto aperto e stimolante riportando al centro della riflessione collettiva l’importanza del dialogo, del prendersi cura delle proprie emozioni e di quelle dell’altro.

Ognuno di noi ha il diritto di sentirsi accettato e integrato nella società in cui vive, e allo stesso tempo, ognuno di noi, ha il dovere di impegnarsi affinché questo accada.

Ora è il momento di invertire la rotta, altrimenti corriamo tutti il rischio di costruire e vivere, senza rendercene conto, in un grande manicomio senza mura, in cui ogni individuo incarna un duplice ruolo: quello di "guardia psichiatrica" e di "folle".

Ma la follia in realtà altro non è che il pregiudizio, la paura che si autoalimenta, il mancato rispetto dei limiti umani.

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