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Il WWF Chieti lancia l’allarme "Paulownia" nelle nostre campagne

Si moltiplicano nelle nostre campagne le coltivazioni di questo albero cinese a rapida crescita per ottenere materiale per l’industria del legno e biomasse

"Si cancellano paesaggi tradizionali e si procurano danni alla natura e alla biodiversità".  Che cosa sta avvenendo nelle nostre campagne? In diversi terreni agricoli, anche a Chieti, si stanno trasformando vigneti e incolti, nei quali sono però presenti querce, olmi e altre piante della flora mediterranea, con grandi movimenti di terra finalizzati a impiantare alberi di Paulownia per ricavarne legno e biomassa. 

La denuncia arriva dal WWF Chieti che vuole mettere in luce questo fenomeno in rapida espansione.

"Si acquistano terreni privati o si chiedono in concessione quelli demaniali e il gioco è fatto... Il timore è che questa pratica possa comportare una trasformazione eccessiva delle colture, come è accaduto con la palme da olio in Indonesia che oggi dominano incontrastate ampie zone nelle quali non c’è più posto per la flora e per la fauna originarie e con danni anche alla qualità dell’aria. Una situazione preoccupante, che si ripete in tutta Italia"

La Paulownia è un albero dalle grandi foglie cuoriformi e con fiori profumati azzurro/lilla originario della Cina. È stato introdotto in Europa nel 1800 con scopi ornamentali per viali, giardini e parchi cittadini. Oggi è coltivata per alcune sue caratteristiche: cresce molto rapidamente, ha fusto dritto e privo di nodi ed è utilizzabile per la prima parte del tronco per l’industria del legno e per il resto rappresenta una ricca fonte di biomasse. 

"Quella che può sembrare una soluzione ai problemi energetici – osserva la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco - sta diventando un vero e proprio flagello che causerà, se portato avanti, una grave perdita di biodiversità anche agronomica. La ricerca di facili risorse per alimentare il settore delle biomasse sta producendo gli stessi danni causati dai pannelli fotovoltaici a terra, dalle speculazioni edilizie con consumo di suolo e non solo. La possibilità di coltivare ovunque, anche in aree lasciate naturali dagli agricoltori comporta un crescente assalto agli spazi liberi. Ne fanno le spese Querce, Olmi, Pioppi con il relativo sottobosco dove la fauna selvatica trova rifugio. Terreni svenduti che verranno occupati da coltivazioni di Paulownia, aliene al nostro ambiente naturale".

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