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Attualità Taranta Peligna

Trovata una moneta risalente all'Unità d'Italia nella Grotta del Cavallone

Un'importante testimonianza storica rinvenuta dagli speleologi dello Speleo Club Chieti, insieme ad altre monete degli anni Dieci del Ventesimo secolo

Straordinario ritrovamento degli spelologi dello Speleo Club Chieti durante una battuta esplorativa in fondo al pozzo del cratere Anfiteatro, nella Grotta del Cavallone, la grotta turistica più alta d'Europa. Si tratta di una moneta risalente all'epoca dell'Unità d'Italia, del valore di 10 centesimi, coniata nel 1866 e in circolazione fino al 1919.

Durante una delle consuete attività esplorative che il gruppo speleologico porta avanti da anni, con il sogno di entrare nel cuore della Majella e svelarne i segreti più intimi, alcuni speleologi di supporto a una squadra che stava lavorando sotto una frana situata in fondo al pozzo del cratere Anfiteatro, hanno notato uno strano luccichio verde provenire dal ghiaione che scivola nel pozzo.

Guardando con più attenzione, si sono accorti con stupore che si trattava di una moneta in rame, ricoperta parzialmente da uno strato di ossido verde, dove però era chiaramente visibile l’anno di conio su un lato, e l’effige del Re, con tanto di dicitura Vittorio Emanuele II Re d’Italia, sull’altro lato.

Oltre a quella dell'Ottocento, sono state trovate anche una moneta da 20 centesimi del 1918 e alcune monete da 50, 100, e 200 lire.

Il valore economico della moneta è irrisorio, ma non lo è il valore storico: quei 10 centesimi, infatt, sono la testimonianza diretta di una frequentazione della Grotta in quegli anni, un periodo a cavallo tra la “nuova era” delle campagne esplorative e i primi accompagnamenti turistici.

Lo Speleo Club Chieti ha provato a fare delle ipotesi:

Si deve immaginare che la grotta a quel tempo fosse notevolmente diversa da come la conosciamo ora, con tutta una serie di difficoltà; le passerelle erano assenti, così come l’impianto d’illuminazione. Erano sicuramente presenti delle asperità da superare e per le quali era necessario saper arrampicare e disarrampicare, il tutto reso ancor più complicato dall’ambiente scivoloso, ecc.

La moneta è stata trovata molto in profondità rispetto all’entrata ed è ragionevole pensare che difficilmente un turista, magari accompagnato da una guida, potesse raggiungere facilmente il pozzo.

Se si esclude che i turisti si spingessero cosi in profondità, si può ipotizzare che si possa trattare di una moneta persa accidentalmente da un esploratore.

Persa accidentalmente perché un esploratore avrebbe manifestato il suo “esserci stato” sicuramente in un modo più riconoscibile, quasi certamente con una scritta o una incisione.

Se si ipotizza invece che già in quegli anni i turisti (o alcuni di essi) si spingessero fino alle profondità della grotta, allora probabilmente siamo di fronte al più classico rito del lancio della monetina con annesso desiderio;

Visto l’arco temporale, qualora la grotta fosse frequentata anche turisticamente ma non in profondità, non è da escludere che si possa trattare di una delle ultime tracce di brigantaggio.

Per Fabrizio Di Primo, presidente dello Speleo Club Chieti: “Questo pur semplice ritrovamento, così come tanti altri più importanti in passato, sono la prova tangibile che le attività speleologiche non sono fini a se stesse, ma hanno una ricaduta sull’intera collettività. Da anni, grazie ad una fruttuosa collaborazione con il Parco Nazionale della Majella stiamo lavorando in questo territorio; risale al 1987 la scoperta della Galleria dei Laghi all’interno della Grotta del Cavallone ad opera di due soci dello Speleo Club Chieti. I nostri sforzi sono attualmente concentrati nell’esplorazione dell’Abisso Andrea Pietrolungo, (anche noto come Abisso De Gasperi o Grotta dei Tre Portoni), che ad oggi è la grotta più profonda d’Abruzzo con i suoi -400 metri, ma con un potenziale di altri 2000 metri. Da qualche anno siamo impegnati nelle esplorazioni profonde delle Miniere di Bitume della Majella, in collaborazione con il Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Maiella (GRAIM), che ha dato vita ad un importante protocollo di valorizzazione”. 

Nelle prossime settimane, come anticipa il presidente della Federazione speleologica abruzzese, Alberto Di Fabio, verrà reso noto un altro importante ritrovamento alla Grotta del Bove. 

Per il sindaco di Taranta Peligna, Gian Paolo Rosato, quella della Grotta del Cavallone è “Un importante testimonianza storica per la nostra comunità, e per la nostra Grotta; un plauso a questi ragazzi che, con passione e sacrificio, ci rendono partecipi di ciò che è celato dal buio. Ho partecipato al Raduno Internazionale di Speleologia, Strisciando 2.0, e sono sempre più convinto che la sinergia tra gli enti e i gruppi speleologici presenti sul territorio sia un valore aggiunto per la nostra Regione. È intenzione di questa amministrazione stipulare una convenzione con la Federazione Speleologica Abruzzese in merito alla conduzione di tutte quelle attività che hanno l’intento di agevolare l’interesse speleologico del nostro territorio, quali l’esplorazione, la divulgazione, la didattica, la progettazione e conduzione di ricerche scientifiche". 

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