Lo sfogo di una lettrice: "I pazienti non sono numeri, meritano rispetto e solidarietà"
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di una lettrice, parente di una donna ricoverata all'ospedale Renzetti di Lanciano, che invita a non trattare i pazienti come numeri.
Sono la figlia di una paziente ricoverata all'ospedale "Renzetti " a Lanciano. Voglio dare voce ai tanti pazienti che ogni giorno si ritrovano a dover essere trattati come numeri qualunque, con i propri dolori, le proprie angosce, le proprie solitudini. In quei letti, ognuno di loro diventa un numero, un soggetto debole, inerme, alle dipendenze di persone abituate al dolore e forse, delle volte, poco sensibili verso le esigenze dei deboli.
Un paziente non è un numero, è un individuo che merita il rispetto e la piena solidarietà da parte di chi lo accudisce. Non può essere sottoposto a file interminabili, ad attese infinite, a umiliazioni continue; ci ha già pensato il dolore ad umiliarlo, non può sopportare altre umiliazioni.
Il malato non necessita solo di medicinali, la cura più efficace per un malato è la considerazione, l'affetto, la gentilezza, il rispetto e soprattutto essere trattato come individuo "unico" e non come un numero da schedare e classificare in base alla propria patologia. Se la sanità pubblica non garantisce il rispetto dei pazienti e dei loro diritti non può chiamarsi tale. Vuol dire che qualcosa non funziona.
Art. 4 carta dei diritti dei malati:
DIRITTO ALLA PROTEZIONE
Il servizio sanitario ha il dovere di proteggere in maniera particolare ogni essere umano che, a causa del suo stato di salute, si trova in una condizione momentanea o permanente di debolezza, non facendogli mancare per nessun motivo e in alcun momento l'assistenza di cui ha bisogno.
Lascio agli amministratori le loro considerazioni. E mi auguro che qualcuno pensi a ridare ai nostri ospedali la dignità perduta e ai nostri malati le cure dovute.GDC