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Caccia ai cinghiali, il Wwf accusa la Regione: "Vuole far sparare anche di notte"

L'associazione ambientalista chiede di ritirare la proposta che prevede il prolungamento dell’attività di caccia al cinghiale anche durante la notte con il ricorso a dispositivi quali visori notturni

Il Wwf Abruzzo ha lanciato un appello alla Regione in relazione alla discussione sulle modifiche al norme per la caccia di selezione che prevedono, nelle aree critiche di presenza della specie individuate nella Regione Abruzzo, il prolungamento dell’attività di caccia al cinghiale anche durante la notte e il ricorso a dispositivi quali visori notturni. 

"Si vuole far sparare di notte e usando mezzi non consentiti - si legge nella nota del Wwf Abruzzo - e questa modifiica permetterebbe di cacciare nelle zone dove è presente l'orso bruno marsicano, una sottospecie a fortissimo rischio di estinzione".

Un’altra modifica contestata dal Wwf è "l’abolizione del certificato di taratura per le carabine utilizzate nella caccia di selezione e sostituirlo con una autocertificazione. Una disposizione che ha dell’incredibile ed è estremamente pericolosa, a discapito della pubblica sicurezza. Senza il certificato di taratura rilasciato dai poligoni o dai campi di tiro non è possibile infatti assicurare la precisione del colpo sparato che potrebbe arrivare a colpire anche diversi metri lontano dall’obiettivo".

“Le disposizioni in materia di caccia della Regione Abruzzo - dichiara Filomena Ricci, delegata regionale del Wwf - ormai sono contrarie alla legge e al buon senso da diversi anni e soltanto con i ricorsi ai giudici amministrativi si riesce a ristabilire la legittimità degli atti. La Regione Abruzzo rifiuta di confrontarsi su queste tematiche con le associazioni ambientaliste, ci costringe di fatto alle vie giudiziarie e spreca il denaro degli abruzzesi in cause che puntualmente perde. Tra l’altro da decenni si affronta il problema cinghiali affidandosi alla caccia senza prendere atto del sostanziale fallimento di una tale scelta: i fatti e le ricerche scientifiche condotte in tutta Europa dimostrano che la caccia è uno dei principali fattori responsabili dell’aumento del numero dei cinghiali, esattamente il contrario di quello che la Regione, prona agli interessi della parte più retriva del mondo venatorio, continua a pensare”.


 

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