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L'Avis comunale di Chieti sfiora le 3mila donazioni: "Ma c'è ancora tanto da fare"

L'associazione dei donatori di sangue: "Un anno non eccellente, ma in linea, seppur con un aumento minimo di raccolta, con gli altri"

Sabato scorso, all’interno degli uffici sezionali dell’Avis Comunale Chieti in via Principessa di Piemonte, si è svolta l’assemblea annuale degli associati. Come ogni anno, all’interno della stessa, vengono riportate tutte le attività istituzionali/associative, insieme ai numeri della raccolta sangue.

Per la Comunale Chieti il 2019 è stato un anno non eccellente, ma in linea – seppur con un aumento minimo di raccolta – con gli altri anni che ci vedono sempre più avvicinarci al traguardo delle tremila donazioni.

"Premesso che su Chieti abbiamo 1.920 donatori attivi di cui 1.604 hanno donato nell’anno 2019 (considerando che abbiamo avuto 189 nuovi donatori e 30 donatori sospesi definitivamente e cessati dall’attività donazionale) non possiamo che essere soddisfatti - commentano dall'Avis comunale -  se consideriamo la raccolta pari a 2.932 sacche di sangue. A ciò bisogna aggiungere 37 donazioni raccolte fuori provincia ma che fanno carico a Chieti, per arrivare alla cifra finale di raccolta pari a 2.969 sacche di sangue raccolte dall’Avis Comunale Chieti".

Questi numeri, considerando la vastità del territorio, sono ancora bassi. "Tuttavia la spiegazione, per esempio rispetto a Vasto che raccoglie di più di Chieti, è dovuto al fatto che noi abbiamo un indice di donazione pari a 1,5 rispetto a Vasto che si attesta su 1,8. Ovvero. L’importanza dell’indice di donazione è dovuto al fatto che – per svariati motivi personali, logistici etc etc… - donatori che potrebbero fare quattro donazioni l’anno (l’uomo ne può fare 4 l’anno e la donna 2) ne fanno una o due. Ora, non entrando nel merito delle cause che ancora ci permettono di non poter arrivare all’autosufficienza, non possiamo che ringraziare tutti i donatori di sangue per quello che fanno quotidianamente. Dedicare un’ora del proprio tempo (necessario per la donazione) a tutti coloro i quali nella vita sono stati – per un momento – meno fortunati. E, fare della solidarietà un punto di riferimento della propria esistenza terrena. Il lavoro associativo - conclude l'Avis -  che è l’essenza dell’appartenenza a questa nobile associazione che rimane sempre e solo quello della medicina preventiva, non potrà che essere migliorata laddove l’appartenenza alla stessa ci pone nella condizione".

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