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"Scippati i tesori di Chieti nel silenzio della politica": l'attacco del Comitato cittadino

Dopo la notizia dell'istituzione di una doppia Soprintendenza, anche nel capoluogo di regione, arriva l'accorato appello delle associazioni cittadine per evitare l'ennesimo scippo

Un appello deciso a "chi è stato chiamato dai cittadini di Chieti a rappresentare il nostro territorio faccia sentire la propria voce e si esprima ufficialmente, cercando adesso di recuperare parte di quanto è stato tolto negli ultimi anni alla città e impedendo in futuro ulteriori spoliazioni". Arriva dal Comitato cittadino per la salvaguardia e il rilancio di Chieti, all'indomani della notizia che il Mibact ha deciso per la convivenza di due Soprintendenze nella regione Abruzzo: quella di L'Aquila-Teramo e quella di Chieti-Pescara.

Confermata dunque la sede nel capoluogo di regione, ma Chieti non ci sta ad assistere a quello che viene ritenuto l'ennesimo scippo alla città. E il Comitato cittadino ora insorge, considerato che la Soprintendenza per il cratere sarebbe dovuta esistere solo fino a dicembre 2019, ma ora allarga le sue competenze anche a Teramo. 

"A questo punto - commenta il portavoce Giampiero Perrotti - la città di Federico ha ben quattro direzioni del ministero dei beni culturali ovverosia 1) la Soprintendenza Abap, (come detto ora permanente e ampliata); 2) il Polo Museale (tolto a Chieti a inizio 2016); 3) il Segretariato regionale Mibact; 4) il Museo Munda che conquista una gestione autonoma. Tutto questo - incalza - mentre a Chieti resta solo la Soprintendenza, divenuta peraltro ex regionale, depotenziata per le province teatina e pescarese". 

A questo si aggiunge una situazione che non porta pregio alla città: "Intanto la direzione regionale dei Musei, per la carenza di personale, penalizza la città chiudendo per intere giornate il Museo Nazionale della Civitella che è un unicum nel suo genere. Questo senza contare i tempi biblici per la sistemazione dell’anfiteatro romano che nel recente passato era valorizzato e valorizzava la città con eventi di grande respiro e che da qualche anno viene aperto solo per pochissime iniziative estive". 

Insomma, il Comitato bacchetta senza mezzi termini i rappresentanti teatini che, al contrario di quanto fatto all'Aquila, non hanno combattuto per evitare il depauperamento degli uffici della Soprintendenza. "Chieti - punta il dito Perrotti - brilla per l’assoluto silenzio, verrebbe da dire tombale, della sua classe politica, dalla quale nessuna voce si alza a tutela del ruolo della città, nessuna richiesta per riavere, come sarebbe giusto nell’attuale riassetto, la direzione regionale dei musei, o quanto meno, seguendo la stessa logica applicata per le Soprintendenze, per dividere tra i due Abruzzi (Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo) anche la gestione museale". 

L'appello ad agire a tutela della città ha una chiosa significativa ai rappresentanti politici: "Non se lo ricordino soltanto fra qualche mese, a ridosso delle ormai imminenti elezioni amministrative: la città non è più disposta a firmare cambiali in bianco".

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